ASIA/PAKISTAN – (29 Agosto 2020)

ASIA/PAKISTAN – I leader delle minoranze: “Urge un’azione del governo per tutelare le ragazze rapite e convertite con la forza all’islam”

sabato, 29 agosto 2020 rapimenti   islam   minoranze religiose   libertà religiosa   diritti umani  

Maira Shahbaz con i funzionari e i leder politici che hanno ottenuto il suo rilascio

Faisalabad (Agenzia Fides) – “Siamo confortati dal fatto che Maira Shahbaz, minorenne cristiana vittima di matrimonio forzato, dopo il suo rapimento e la conversione all’Islam, sia tornata a riunirsi con la sua famiglia. Oggi rivolgiamo un appello al governo del Pakistan per la sua protezione e per la vita di tutte le altre ragazze rapite”: lo dichiara all’Agenzia Fides il professor Anjum James Paul, cattolico pakistano di Faisalabad, Presidente dell’Associazione degli insegnanti delle minoranze religiose del Pakistan e difensore dei diritti umani. Come riferisce Paul all’Agenzia Fides, Maira, rapita a Faisalabad nell’aprile scorso, è stata recuperata dalla custodia illegale del suo aguzzino, il musulmano Naqash Arif, grazie all’interessamento di Naveed Amir Jeeva, politico cristiano, membro del Parlamento del Pakistan e membro del “Comitato parlamentare per la protezione delle minoranze”, e all’azione dell’avvocato Sumaria Shafique. Maira, che non ha mai abiurato la fede cristiana, ha raccontato di essere stato ripetutamente stuprata, ingannata e di aver subito forti pressioni e minacce dal rapitore. Accanto a lei, riunitasi con i suoi cari, leader politici e sociali, avvocati e attivisti per i diritti umani chiedono al governo del Pakistan di adottare misure urgenti sul caso e di fornire adeguata protezione alla famiglie.
Naveed Amir Jeeva, che si è fortemente impegnato per la liberazione della ragazza, ha dichiarato: “Farò del mio meglio per salvare anche tutte le altre ragazze rapite”. Accanto al prof. Paul, l’avvocato cattolico Khalil Tahir Sindhu ha contribuito a portare avanti la campagna e la battaglia legale per la liberazione della ragazza.
Nel luglio scorso , il tribunale di primo grado a Faisalabad aveva stabilito che, essendo la giovane minorenne, il matrimonio era illegale (la legge vieta il matrimonio sotto i 18 anni di età) e la ragazza dovesse tornare alla sua famiglia. Poco dopo, agli inizi di agosto, l’Alta Corte di Lahore ha ribaltato questa sentenza, giudicando che la giovane si era convertita all’islam e, secondo il diritto islamico, le nozze sono possibili. I legali preparano ora il ricorso, se necessario, anche davanti alla Corte Suprema del Pakistan.
Come rileva l’Ong “Human Rights Commission of Pakistan”, in una nota inviata all’Agenzia Fides, ogni anno almeno 1.000 donne cristiane e indù vengano rapite e costrette a convertirsi e sposare il loro aggressore. Molte famiglie non denunciano il reato o ritirano le loro denunce, di fronte alle minacce contro altri membri della famiglia. (PA) (Agenzia Fides 29/8/2020)

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