ASIA/TURCHIA – (7 Febbario 2019)

ASIA/TURCHIA – Erdogan: inutile insistere per far riaprire la Scuola teologica di Halki, se non si risolvono i problemi dei musulmani in Grecia

giovedì, 7 febbraio 2019 medio oriente   chiese orientali   teologia   minoranze religiose  
TURCHIA

Erdem Shan

Ankara (Agenzia Fides) – Un “Do ut des” che collega la questione della Scuola teologica di Halki – centro accademico collegato al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, chiuso dalle autorità turche nel 1971 – alla soluzione dei problemi e delle dispute giuridiche in atto tra le istituzioni greche e gli organismi comunitari della minoranza islamica residente nella Tracia occidentale. E’ questa la carta giocata dal Presidente turco Recep Tayyip Erdogan in occasione della visita compiuta in Turchia dal Primo Ministro greco Alexis Tsipras (che mercoledì 6 febbraio ha voluto incontrare il Patriarca ecumenico Bartolomeo I proprio presso la sede dell’antico istituto teologico ortodosso in disuso, collocato sull’isola di Halki).
Ricevendo Tsipras a Ankara, Erdogan ha espresso rammarico per la chiusura dell’istituto teologico, ma ha anche negato ogni responsabilità in tale vicenda dell’attuale leadership turca, rimarcando che “non è colpa nostra, non eravamo noi i governanti in quel momento”. Poi ha aggiunto un ricordo personale, confidando che “quando andavo a scuola, l’insegnante di religione qualche volta ci portava lì. Ci sono tanti libri, ce ne sono 38mila, qualcuno può leggerli tutti? Mi chiedevo….”. Inoltre Erdogan ha confermato che la questione della possibile e auspicabile riapertura della Scuola teologica di Halki viene posta alle autorità turche da parte di tutti i leader politici greci. “E ogni volta che la questione della facoltà di teologia ritorna sul tavolo – ha aggiunto il Presidente turco -, quando mi viene posta la domanda, io dico: “Andate anche alla Tracia occidentale, in modo che possiamo risolvere la questione dei mufti”.
Con questa affermazione, Erdogan ha tracciato una connessione esplicita tra la vicenda di Halki e le controversie crescenti tra le autorità greche e la minoranza islamica della Tracia occidentale, riguardo soprattutto ai criteri di selezione dei mufti e all’inquadramento dei loro pronunciamenti di carattere prescrittivo – ispirati alla Sharia – nel contesto del sistema giuridico greco. Negli ultimi anni, le autorità greche su indicazione del Parlamento hanno iniziato a nominare i mufti, mentre la minoranza turca, facendo appello a Trattato di Losanna, rivendica il diritto di eleggere in maniera autonoma tali esperti giuridici musulmani. La popolazione islamica in quella regione della Grecia conta circa 150 mila persone, è la condizione di tale comunità rappresenta uno dei problemi storici nelle relazioni tra Grecia e Turchia. La scorsa settimana, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I aveva espresso l’auspicio che l’incontro tra Tispras e Erdogan a Ankara potesse contribuire a sbloccare la situazione di stallo e favorire qualche passo avanti verso la riapertura della Facoltà teologica di Halki. “Il fatto che la visita del Primo Ministro greco al Patriarca ecumenico questa volta non al Fanar, ma a Halki” aveva affermato il Patriarca “è un segno particolare, perché tutti sappiamo quanto desideriamo e abbiamo bisogno della riapertura della nostra Facoltà di teologia, dopo quasi mezzo secolo, dal momento che la sua attività è stata sospesa ingiustamente”. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2019)

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.fides.org/it/news/65524-ASIA_TURCHIA_Erdogan_inutile_insistere_per_far_riaprire_la_Scuola_teologica_di_Halki_se_non_si_risolvono_i_problemi_dei_musulmani_in_Grecia

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