ASIA/PAKISTAN – (13 Ottobre)

Il Ministro per l’Armonia assicura “più protezione in carcere per Asia Bibi”

Islamabad (Agenzia Fides) – Il Ministero federale per l’Armonia interreligiosa – con delega per le minoranze religiose – ha “messo in campo tutti i controlli del caso e disposto una indagine interna” per tutelare la vita e le condizioni di Asia Bibi detenuta nel carcere di Sheikupura (in Punjab): è quanto dice in un colloquio con Fides il cattolico Akram Gill, Ministro per l’Armonia interreligiosa, all’indomani delle notizie di stampa che narrano di maltrattamenti ai danni di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte ingiustamente per blasfemia.
Secondo informazioni riferite a Fides dal marito di Asia Bibi, Ashiq Masih, negli ultimi 15 giorni, una donna, guardia carceraria, di nome Khateeja, ha maltrattato Asia Bibi. In un primo tempo aveva imposto ad Asia la sua presenza e l’uso della sua toilette personale, che si trova nella cella di isolamento di Asia. Quando Asia ha protestato, la donna ha iniziato a minacciarla e maltrattarla. Asia ha presentato una denuncia alla autorità del carcere che hanno sospeso l’agente per tre mesi
Akram Gill ha rimarcato a Fides. “Come membri dell’esecutivo, per aiutare Asia Bibi, contatteremo le autorità carcerarie per far sì che alla donna sia garantita massima protezione e condizioni dignitose. Per il resto, il suo caso ora è in mano al sistema giudiziario: si attende il processo di appello e non possiamo interferire con la magistratura”.
Come riferito a Fides, l’avvocato di Asia Bibi, S. K Chaudry – la cui opera è garantita dalla “Masihi Foundation” – andrà a visitarla in carcere sabato prossimo, 15 ottobre. Haroon Barkat Masih, Direttore della “Masihi Foundation”, dice a Fides: “I cristiani in Pakistan, e in tutto il mondo, guardano ad Asia con affetto e attenzione, e continuano a pregare per lei. Seguiamo la sua storia con angoscia e con speranza, perché è una innocente rinchiusa in carcere ingiustamente. Chiediamo al governo di garantirle massima protezione, salute e benessere, nella sua vita fra le mura della prigione che speriamo possa finire presto. Confidiamo nella giustizia suprema che possa restituirle la agognata libertà”. (PA) (Agenzia Fides 13/10/2011)
 
 
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