ASIA/PAKISTAN – (15 Novembre)

Il Ministro di stato per l’Armonia, che incontra il Papa: "Dialogo, istruzione, libertà religiosa: l’Osservatore Onu venga in Pakistan"

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Ricostruire un Pakistan secondo l’ispirazione originaria, laica e tollerante, di Ali Jinnah, il padre della patria; lavorare instancabilmente per il dialogo e l’armonia interreligiosa, via maestra per migliorare lo status della minoranze religiose, tenendo presente il delicato capitolo della “legge sulla blasfemia”; aiutare le comunità cristiane a svilupparsi, soprattutto tramite l’istruzione; sostenere una “Commissione Speciale Onu sulle Minoranze religiose” e invitare in Pakistan l’Osservatore Speciale Onu sulla tolleranza religiosa; chiedere ai governi esteri di precisare “fondi appositi per le minoranze”, negli aiuti economici che offrono al Pakistan: come riferito all’Agenzia Fides, sono questi gli impegni assunti dal cattolico Akram Gill, Ministro di stato nel Ministero Federale per l’Armonia del governo pakistano. Il Ministro Gill, in Italia per alcuni seminari e convegni, domani sarà presentato al Santo Padre Benedetto XVI durante l’udienza generale. Akram Gill ha rilasciato a Fides la seguente intervista:

Quali sono oggi le condizioni delle minoranze religiose in Pakistan?

Le minoranze religiose oggi soffrono problemi che, essenzialmente, sono originati dal governo del dittatore Zia-ul-Haq: questi a partire dal 1970 promulgò leggi discriminatorie verso le minoranze e, nel nome dell’islam, controllò lo stato per lunghi anni. Oggi stiamo lavorando per dare nuova forza all’ispirazione originaria di Ali Jinnah, il fondatore del Pakistan, che 1947 sancì nella Carta costituzionale l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini e la libertà di professare la propria fede. Alcuni passi avanti si sono compiuti: l’attuale governo democratico ha introdotto una rappresentanza delle minoranze in Parlamento e ha riservato alle minoranze la quota del 5% dei posti di lavoro nell’amministrazione del governo federale. Stiamo lavorando per migliorare le condizioni delle minoranze religiose.

Quali sono le principali urgenze per le minoranze religiose?

Sono l’istruzione, lo sviluppo economico, la promozione sociale. Tramite l’accesso all’istruzione i cristiani, spesso di comunità povere ed emarginate, possono accedere al mondo del lavoro e dell’impresa. Credo che il sistema dell’istruzione necessiti di una riforma globale: il governo sta cercando di introdurre novità e anche il Ministero dell’Armonia potrà dare un contributo, con la proposta di introdurre i temi dell’armonia interreligiosa nei curriculum scolastici. E’ fondamentale per costruire pace e tolleranza. Inoltre vorrei chiedere alle scuole cristiane in Pakistan, che hanno il 99% di allievi musulmani, di offrire istruzione gratuita ai ragazzi cristiani: sarebbe un importante passo avanti.

Come opera oggi il Ministero per l’Armonia?

In primis attraverso politiche e una legislazione che promuova l’armonia interreligiosa nella società.
Contiamo oggi su un budget di 216 milioni di rupie (circa 2,5 milioni di dollari) che utilizzeremo per programmi in favore delle minoranze. Il Ministero avrà anche parte dei fondi che il governo stanzia per altri programmi, come quello per lo Sviluppo Economico, di cui beneficeranno comunità povere. Vorrei lanciare un appello alla comunità internazionale: nei finanziamenti che gli stati esteri offrono al Pakistan, siano inclusi fondi riservati alle minoranze religiose, nella percentuale del 5%. Il governo Usa e quelli europei potrebbero subordinare i loro aiuti finanziari a programmi specifici a beneficio delle minoranze. Inoltre, a livello internazionale, sosteniamo l’istituzione, in sede Onu, di una “Commissione Speciale sulle Minoranze religiose”. In proposito vorrei invitare ufficialmente a visitare il Pakistan l’Osservatore Speciale Onu sulla tolleranza religiosa, che già visitò il paese nel 1995.

Come giudica la questione della legge sulla blasfemia?

E’ un tasto molto delicato e sensibile oggi. E’ un momento non molto favorevole per affrontarlo, dopo gli ultimi omicidi eccellenti di Shabhaz Bhatti e Salman Taseer. I partiti religiosi e i gruppi estremisti islamici sono molto forti e non vogliono modificare la legge, varata dal dittatore Zia-ul-Haq. In questa fase non è possibile agire, ma cerchiamo, intanto, di motivare i partiti politici a non favorire gli abusi che se ne fanno: già questo sarebbe un primo importante passo avanti. Poi si deve creare una cultura che possa portare a una revisione condivisa della legge. Dal 1986 a oggi la legge ha colpito più cittadini musulmani che cristiani e indù, perciò anche i musulmani dovrebbero concordare. Anche in questo caso il dialogo interreligioso è fondamentale: se non si crea un clima di armonia interreligiosa, nessun cambiamento sarà possibile.

Cosa dirà nell’incontro con il Papa?

Lo ringrazierò per l’attenzione e il sostegno ai cristiani pakistani. Gli chiederò di pregare per noi e di sostenere il nostro sforzo nel campo dell’armonia, della pace e della tolleranza. Confidiamo sempre nel suo appoggio anche per convincere gli istituti cattolici a fornire istruzione gratuita ai ragazzi cattolici in Pakistan. (PA) (Agenzia Fides 15/11/2011)

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