ASIA/SIRIA – ( 14 Giugno )

ASIA/SIRIA – Amnesty International: “L’esercito siriano colpevole di crimini contro l’umanità”
 
 
Damasco (Agenzia Fides) – Uccisioni illegali, torture, detenzioni arbitrarie e distruzioni indiscriminate di abitazioni: sono le azioni compiute delle forze armate e delle milizie governative “shabiha” in Siria, che configurano il reato di “crimini contro l’umanità”. E’ la forte denuncia di Amnesty International che, in un comunicato inviato a Fides, chiede alla comunità internazionale di “fermare l’ondata degli attacchi, sempre più massicci e impuniti”.
In un nuovo rapporto dal titolo “Rappresaglie mortali”, l’Ong parla di “ampie e sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui crimini contro l’umanità e crimini di guerra, perpetrate dalle forze di stato come rappresaglie contro le comunità sospettate di sostenere l’opposizione”.
Donatella Rovera, di Amnesty International, ha recentemente trascorso alcune settimane nel nord della Siria per svolgere indagini sulle violazioni dei diritti umani, pur non ricevendo un’autorizzazione ufficiale da parte delle autorità siriane a entrare nel paese. Lo staff di Amnesty ha esaminato la situazione sul terreno nella Siria settentrionale, visitando 23 fra città e villaggi nelle province di Aleppo e Idlib. Nei luoghi visitati, raccogliendo circa 200 interviste, la popolazione locale ha riferito di civili (vecchi, giovani e anche bambini) prelevati e uccisi dai soldati, che in alcuni casi avevano poi dato fuoco ai cadaveri. Secondo il Rapporto, i soldati e le milizie “shabiha” hanno distrutto case e proprietà, aprendo indiscriminatamente il fuoco contro centri abitati, uccidendo e ferendo persone che si trovavano sul posto al momento degli attacchi. Le persone arrestate, compresi anziani e ammalati, sono state torturate, in alcuni casi a morte. Molte sono scomparse e il loro destino resta sconosciuto, prosegue il testo. “Le forze armate e le milizie governative sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario” conclude.
Dall’inizio delle manifestazioni per le riforme, nel febbraio 2011, Amnesty International ha ricevuto i nomi di oltre 10.000 persone uccise. Nel Rapporto, Amnesty chiede al Consiglio di sicurezza Onu di deferire la situazione della Siria al procuratore della Corte penale internazionale e di imporre un embargo sulle armi alla Siria. L’Ong sollecita in particolare i governi di Russia e Cina a porre immediatamente fine alle forniture di armi e di addestramento militare all’esercito siriano. L’Ong chiede, inoltre, al Consiglio di sicurezza Onu di congelare i beni patrimoniali del presidente Bashar al-Assad e di altri che potrebbero essere coinvolti nell’ordine o nell’esecuzione di crimini di diritto internazionale. (PA) (Agenzia Fides, 14/6/2012)
 
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