ASIA/SIRIA – Il Vescovo Audo: I sequestri sono una piaga: lo scopo è il denaro
Aleppo (Agenzia Fides) Più che la religione, il motivo è il denaro. In un colloquio con Fides, il Vescovo caldeo di Aleppo, mons. Antoine Audo, sostiene che la piaga dei sequestri, che affligge la nazione, ha come fine soprattutto la ricerca di denaro da parte di bande armate, disseminate sul territorio. Una spina in più, che inquina il quadro eterogeneo delle forze in campo: per molti il conflitto siriano è, dunque, un buon affare, che ha riguardato almeno 2.000 casi di sequestri a scopo di estorsione.
Il Vescovo Audo racconta a Fides: Un cristiano armeno, George, rapito per tre settimane, mentre andava da Damasco ad Aleppo, e liberato dopo il versamento di un riscatto di 15mila dollari mi ha detto che l’emiro del gruppo voleva solo soldi, non badava a ideologia o religione. In un altro caso, un sacerdote rapito nel Sud, p. Hasan, è stato liberato dopo 11 giorni, quando i parenti hanno raccolto, a fatica, 100mila dollari. Prima di essere rilasciato ha detto agli aguzzini: Vi perdono tutti e, se ho fatto qualcosa di male, vi chiedo perdono. A quel punto l’emiro – cioè il capo del gruppo – ha iniziato a bestemmiare Allah. Dunque questi stessi gruppi islamici non sono sinceri, sono fanatici che usano la religione e hanno lunico fine di fare denaro.
Mons. Audo, che è presidente di Caritas Siria, non teme di essere rapito? Non ho paura, sono prudente, uso la mia intelligenza. Non mi reco in zone troppo pericolose. E quando giro per i centri Caritas o visito i profughi, molti giovani mi accompagnano, di loro spontanea volontà , perché dicono che tutto è cambiato e che vogliono proteggermi.
Di fronte alla distruzione della Siria, si può cadere nello sconforto: Sono da 25 anni Vescovo in Siria: abbiamo costruito chiese, centri di catechesi, centri pastorali
ora si ricomincia da zero. Siamo nella precarietà ma dobbiamo restare saldi. Solo la fede impedisce ai fedeli di ribellarsi a Dio. Ma ci chiediamo: quando avremo la pace?.
In Siria prosegue il Vescovo abbiamo un patrimonio di valori a difendere, soprattutto lunità nella diversità di culture e religioni. Il conflitto non è settario o confessionale. Oggi cè lutto e violenza. Anni fa cera l’oppressione dl popolo e la gente aveva una libertà solo di facciata. I valori che desideriamo sono libertà e democrazia, ma ci vuole del tempo per farli maturare, per educare la popolazione alle dinamiche democratiche e incentrare la vita sul concetto di cittadinanza. Dobbiamo uscire da tranello di vede l’altro o come kafir, cioè infedele, a livello religioso; oppure come traditore a livello politico. Dobbiamo ribaltare questo approccio. La Chiesa indica la strada del Concilio Vaticano II che promuove ecumenismo, libertà religiosa, dialogo, il servire la verità nellamore. Il mio desiderio più profondo è che la Siria non perda la fiducia. (PA) (Agenzia Fides 24/4/2013)
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