ASIA/SIRIA – LArcivescovo greco-cattolico di Aleppo: LOccidente sostenga il dialogo fra le parti
Aleppo (Agenzia Fides) LOccidente, se vuole rendere un buon servizio alla popolazione siriana, sostenga e faccia pressioni per il dialogo fra le parti: lo dice allAgenzia Fides S. Ecc. Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo Metropolita di Aleppo per i Greco-cattolici, a conclusione di un breve vertice con gli altri Vescovi cattolici, tenutosi oggi nel suo Arcivescovado. Lassemblea ha deciso di convocare un nuovo incontro ecumenico, con tutti i Vescovi e capi cristiani di tutte le confessioni (cattolici, ortodossi, protestanti), sabato prossimo 28 luglio. Pregheremo insieme per la pace in Siria e affronteremo le questioni urgenti come la tutela dei cristiani e laiuto umanitario a tutta la popolazione che soffre, spiega lArcivescovo.
Ad Aleppo racconta la situazione è molto tesa, ma per i cristiani attualmente non vi sono problemi. Vi sono timori che la situazione possa peggiorare e che i militanti possano penetrare nei quartieri cristiani, ma finora non è accaduto.
LArcivescovo esprime un auspicio: LOccidente faccia il massimo per promuovere il dialogo fra le parti, spinga le due parti verso la pace e non sostenga i gruppi armati, fra i quali vi sono i fondamentalisti. Non è fornendo armi che in Siria arriverà la democrazia. Chiediamo di sostenere il piano di Kofi Annan e fare il possibile perché si trovi una soluzione pacifica.
Se lOccidente prende seriamente la questione e aiuta il dialogo prosegue Mons. Jeanbart questo sarà realmente un buon servizio al popolo siriano. Si deve riconoscere che la nazione è divisa nel sostegno alle due parti, e che nessuna ha la maggioranza assoluta: dunque la soluzione è il dialogo. Se ci sarà buona volontà e sostegno internazionale in questa direzione, la situazione potrà migliorare, perché la violenza non porta a nulla.
Il Metropolita conclude: Fra i cristiani siriani circola la paura di perdere quanto hanno ottenuto negli ultimi 70 anni: un cultura non confessionale, un pluralismo che è un bene molto prezioso. Vogliamo vivere nel nostro paese, con pieni diritti e doveri. Abbiamo timore che, se verrà un governo fondamentalista o una teocrazia islamica, perderemo la libertà di testimoniare la nostra fede, la libertà religiosa e la libertà di espressione, indispensabile per essere cittadini di una nazione che garantisce i diritti di tutti. (PA) (Agenzia Fides 26/7/2012)
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