Da Madrid appello dei leader religiosi: riscopriamo il mondo come una Casa comune
Francesca Sabatinelli – Madrid
Dalla piazza dell’Almudena si è alzato il grido delle religioni che hanno dato voce a chi “è lasciato fuori dal benessere, come se non fosse un uomo o una donna come noi”. La cerimonia finale dell’incontro deli leader religiosi che da tutto il mondo sono arrivati a Madrid è stato il momento per schierarsi ancora una volta al fianco “dei più deboli” di coloro che sono colpiti “dalla violenza e dal disprezzo perché diversi, perché pregano e parlano in un’altra lingua”. La grande preoccupazione dei firmatari dell’Appello è verso le “future generazioni”, perché si sta consumando “l’unico pianeta di tutti come se fosse solo di alcuni”, perché si vede il riaffacciarsi del “culto della forza e le contrapposizioni nazionalistiche, che hanno creato grandi distruzioni nella storia. Perché il terrorismo non cessa di colpire gente inerme”. Perché, è il grande timore, “sembra indebolito il sogno di Pace”. Il dialogo e la cooperazione sono l’unica risposta ai grandi problemi che non possono essere risolti da soli. Il no delle religioni presenti a Madrid è verso l’estremismo religioso, perché “chi crede in Dio scopre il mondo come casa comune, abitata dalla famiglia dei popoli”, mentre netta è la loro richiesta alla politica, a chi è più ricco, a chi è di buona volontà: “fornire le risorse per evitare che milioni di bambini muoiano ogni anno senza cura e per mandare a scuola i milioni di bambini che non possono andarci”. Sarà questo “un segno di speranza per tutti”. La solidarietà di tutti è poi andata ai “popoli dell’Amazzonia”, perché – spiega Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio – “la questione ecologica oggi risponde ad un bisogno sentito da tutti”.