EGITTO – ( 14 Giugno )

Egitto nel caos, sciolto il Parlamento     I Fratelli Musulmani: “E’ un golpe”

 
Mossa della Corte Costituzionale
“Elezioni da rifare”. Alta tensione e proteste. Un candidato islamico moderato: “Non ci stiamo”
IL CAIRO
 
A due giorni dalle elezioni presidenziali è caos in Egitto. La Corte Costituzionale ha dichiarato «incostituzionali tutti gli articoli della legge elettorale» con la quale era stata eletta l’Assemblea del popolo (la Camera bassa del Parlamento egiziano) solo qualche mese fa, tra il 28 novembre e l’11 gennaio scorso. La notizia è stata confermata da Farouk Sultan, nominato da Hosni Mubarak nel 2009 a capo della Corte Costituzionale, dopo che si erano susseguite voci, prima di scioglimento di un terzo del Parlamento e poi dell’intera Assemblea. In una conferenza stampa il vice presidente della Corte, Maher Sami, ha chiarito che il verdetto comporta lo scioglimento di tutta l’Assembla anche se le leggi fino a ora approvate rimarranno in vigore. La decisione della Corte ha intanto scatenato un putiferio nel Paese: immediato è giunto il commento del vice presidente della Camera, Ashraf Thabet, che ha precisato che «lo scioglimento del Parlamento è prerogativa della sola Corte di Cassazione».
 
Il Consiglio supremo delle forze armate (Csfa) che guida l’Egitto dalla caduta di Mubarak che si è quindi subito riunito e ha fatto sapere di aver preso atto «del giudizio della Corte ma di non avere al momento preso nessun provvedimento». Una fonte militare ha rivelato poi all’agenzia Mena che il giudizio della Corte ha dato di fatto ai militari il potere legislativo. «Non vogliamo il potere – ha spiegato la fonte sotto anonimato – ma secondo il verdetto della Corte e per le leggi vigenti, il potere torna nelle nostre mani». Per il movimento rivoluzionario del 6 aprile invece «il giudizio della Corte, riabilita il vecchio regime e rischia di spazzare via le conquiste della rivoluzione». La questione della legge elettorale sulla quale si è espressa la Corte costituzionale riguarda la modifica della legge che ha consentito, che nel terzo dei seggi attribuiti col maggioritario, a candidarsi non fossero solo indipendenti ma anche candidati dei partiti. Gli occhi ora sono tutti puntati sul Csfa, e sul voto di sabato e domenica prossimi che, secondo alcuni analisti, potrebbe anche essere sospeso.
 
Intanto, funzionari militari citate dall’Afp fanno sapere che con la decisione della Corte «il potere torna in mano» al Consiglio delle forze armate. «Noi non lo vogliamo – hanno aggiunto le fonti – ma il tribunale ha deciso cosi». E mentre fuori dalla sede della Corte costituzionale s’infiammano le proteste, c’è qualcuno che parla di «golpe». «Mantenere il candidato militare, rovesciare il Parlamento eletto e dare alla polizia militare la facoltà di arrestare i civili è un colpo di Stato completo», scrive su Twitter il candidato islamico moderato sconfitto alle presidenziali egiziane Abdel Moneim Abul Fotouh. «Chi pensa che i giovani faranno passare questo è un illuso». Il deputato dei Fratelli musulmani El Erian dice: «Se il Parlamento verrà sciolto, il paese finirà in un «tunnel». Mohamed Beltagui del comitato esecutivo del partito dei Fratelli Musulmani, Giustizia e Libertà commenta «è un colpo di stato totale che annulla 16 mesi di storia della patria».
 
 
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