Beirut (AsiaNews) – Nei giorni scorsi, luniversità islamica di al-Azhar ha diffuso un Documento sulle libertà fondamentali, per offrire indicazioni sulla nuova società egiziana nata dalla primavera araba. In esso si difende la libertà di religione, di opinione, di ricerca scientifica e di creatività artistica. Questo è il secondo documento presentato da al-Azhar alla nazione. Il primo è stato presentato l11 giugno scorso ed ha come titolo: Raccomandazioni per il futuro dellEgitto.
Tutto è nato dal nuovo rettore al-Tayyeb, che, come si sa, ha studiato a Parigi e alla Sorbona. Egli sta cercando di ridare alluniversità di al-Azhar un po di indipendenza. Dai tempi di Nasser, cioè da quasi 60 anni, luniversità è rimasta sotto il controllo del governo egiziano. In questo modo le era assicurato il sostegno economico, il ruolo di portavoce dellislam allinterno dellEgitto, ma perdeva di importanza nel mondo islamico. Ora luniversità vuole tornare ad essere il portavoce dellislam mondiale – un islam moderato – come in passato è avvenuto agli inizi del XX secolo.
A tal proposito, il rettore ha scelto alcuni collaboratori, capeggiati Mahmud Azab, una personalità già professore di lingua araba e islamistica allIstituto delle lingue orientali di Parigi che è giunto in Egitto un anno fa, incaricato del dialogo culturale e religioso .
Questo professore è un mio caro amico, ed è stato perfino mio studente alluniversità del Cairo quando insegnavo la filosofia araba cristiana. Dopo la primavera araba in Egitto, egli ha cercato le vie per dialogare con gli islamisti e con i laici, fino a creare un ponte fra le personalità religiose di al-Azhar e gli intellettuali laici o altro.
L11 giugno scorso essi hanno presentato il primo documento, le Raccomandazioni per il futuro dellEgitto , riassunte in 11 punti.
Per il futuro dellEgitto
Il primo punto esalta Uno stato nazionale costituzionale e democratico; luguaglianza per tutti i cittadini; la sharia come una delle fonti della legislazione. Da notare che nella traduzione ufficiale del documento, fatta dal governo, anziché una delle fonti, hanno messo che la sharia è la fonte del diritto. In tal senso, governo e militari sembrano essere più islamisti di al Azhar.
Il secondo punto è su Suffragio universale e libertà di informazione.
Il terzo è Libertà fondamentali del pensiero e dellopinione; diritti delluomo, della donna, del bambino; pluralismo; cittadinanza, unico criterio di responsabilità nel seno della società .
Il quarto tratta dello spirito di dialogo e rispetto mutuo nella relazione fra le diverse componenti della nazione.
Il quinto è sul rispetto degli accordi internazionali (sottinteso: laccordo con Israele e gli altri Paesi).
Il sesto: rispetto della dignità della nazione egiziana (contro gli abusi della polizia e dellesercito).
Il settimo è sul progresso nellinsegnamento e nella ricerca scientifica.
Lottavo su priorità di sviluppo e giustizia sociale, contro la corruzione e la disoccupazione.
Il nono su Legami solidi fra lEgitto e i Paesi arabi;
Il decimo su Indipendenza dellistituzione dellal-Azhar (per rispondere agli islamisti e ai salafiti che laccusano di connivenza col potere).
E infine lundicesimo: Al Azhar unica istanza competente negli affari islamici. Con questo essi vogliono affermare non solo di essere indipendenti dal governo, ma anche di essere gli unici a poter parlare a nome dellislam (in risposta agli islamisti e ai salafiti). Ormai nel mondo musulmano ogni gruppo afferma di essere il portavoce dellislam creando confusione e conflitti nella Umma.
Il governo ha apprezzato il documento, e una risposta positiva è venuta anche dai partiti liberali e islamisti: è un tentativo di imbastire un progetto comune per costruire il nuovo Egitto. Per la sua stesura erano stati invitati un certo numero di intellettuali, i copti ortodossi, i cattolici, gli anglicani e i luterani erano anche presenti.
Occorrerà un po di tempo per misurare limpatto che esso avrà, anche perché, con mio grande stupore, questo documento non ha avuto una grande risonanza.
Le libertà fondamentali
Anche il testo pubblicato la settimana scorsa, (Documento sulle libertà fondamentali) non è molto conosciuto: i miei amici del Cairo ne sapevano poco; un professore universitario, impegnato in politica, non aveva nemmeno il testo. La pubblicità ad esso è stata fatta piuttosto da alcuni giornalisti occidentali.
Questo secondo testo, pubblicato ufficialmente l8 gennaio scorso, ma diffuso alcuni giorni dopo, è stato svolto da al-Azhar, ma ha ottenuto anche lapprovazione delle Chiese cristiane, come pure dei vari gruppi islamici. Solo il gruppo cosiddetto dei cristiani di Maspero, non lha approvato. Essi lo considerano un buon documento, ma vorrebbero che queste prospettive emergano da tutta la nazione e non dalla sola al Azhar.
In ogni caso, il documento ha un grosso valore perché al-Azhar è unautorità nellislam. Essa è unistituzione sunnita in un Paese – lEgitto – che è al 90% sunnita: quando al-Azhar parla, tutti lascoltano.
In passato al-Azhar era malvista dai laici. Ma questo documento, pur non rinnegando un fondo musulmano, rimane aperto alle spinte della modernità, per cui io penso che esso riuscirà a coagulare un sentimento unanime allinterno del Paese. I cristiani da parte loro, hanno visto che questo documento è il meglio che si può ottenere nellattuale situazione e per questo lo hanno approvato.
Il lungo testo di questo secondo documento consta di 4 punti:
1) Libertà di fede;
2) Libertà dopinione ed espressione;
3) Libertà della ricerca scientifica;
4) Libertà della creazione artistica e letteraria
Lislam a sostegno della ricerca scientifica e dellarte
Nel terzo e quarto punto essi cercano di rivolgersi agli intellettuali. In particolare, nel terzo punto, ricordano che un tempo lislam era allavanguardia nella ricerca scientifica, mentre oggi è solo loccidente a essere creativo in questo campo, insieme a Giappone, Corea, Cina, India. Per questo è tempo che il mondo islamico si risvegli e contribuisca alla ricerca scientifica.
Il quarto è per spingere di più alla creatività artistica nel mondo arabo, valorizzando luso della lingua. Si sottolinea limportanza di lasciare libero ogni artista e intellettuale ad esprimersi, mettendo come unico limite citato qua e là purché non offenda la sensibilità religiosa del popolo. Dove per sensibilità religiosa si intendono la sensibilità dei membri delle tre religioni rivelate, cioè islam, cristianesimo, ebraismo.
In questi due punti si vede una critica alloccidente (laffare delle caricature danesi contro Maometto è ancora vivo ). Questo atteggiamento di critica alla religione non dovrebbe entrare nella libertà degli artisti. In ciò, la concezione della libertà islamica è diversa da quella delloccidente. Ma va apprezzato che in un Paese islamico si sottolinea il fatto che non vanno offese nemmeno le altre due religioni rivelate o celesti, cioè il cristianesimo e lebraismo.
Naturalmente rimane il problema delle immagini del profeta Maometto. Secondo gli islamisti più puri, lislam non dovrebbe ritrarre il profeta o luomo, anche se può raffigurare piante, animali, ecc.. In contrasto, diversi intellettuali musulmani ricordano che tutta la tradizione persiana, turca, o indiana (dei tempi dei Moghul), raffigura esseri umani e lo stesso Maometto.
Introduzione: accordo fra sharia e diritti umani
La parte fondamentale del nuovo documento è nellintroduzione e nei primi due punti.
Nellintroduzione, si afferma che è necessario trovare un relazione fra i principi globali della sharia islamica con le libertà fondamentali: si è quindi alla ricerca di unarmonia fra i principi della sharia e i diritti umani fondamentali, approvati da tutti gli accordi internazionali che rappresentano lesperienza civilizzatrice del popolo egiziano. In pratica al-Azhar riconosce il valore della Carta dellOnu sui diritti umani. E secondo il documento, questi diritti sono: la libertà di credere, la libertà di espressione, la libertà della ricerca scientifica, la libertà artistica.
È interessante notare che il documento parla sempre dei principi della sharia o dei scopi (maqâsid) della sharia. I canonisti islamici del Medioevo distinguevano fra i scopi e le decisioni della sharia. Questo permette di salvare lintenzione, relativizzando la realizzazione e trovando risultati sempre nuovi, più adeguati, pur salvando lo scopo della legge. Questa distinzione è molto importante perché salva dal letteralismo delle applicazioni e apre al principio dellinterpretazione.
Al-Azhar afferma anche che non cè contrapposizione fra sharia e democrazia. Anche questo è un punto molto sensibile. Il documento afferma anzi che è necessaria unevoluzione in senso democratico della società per permettere alla nazione di vivere in pace e in armonia con Dio.
Lintroduzione si conclude con un attacco alle tendenze islamiste. Senza nominare alcun gruppo, si prendono di mira persone che col pretesto di fare ordine, utilizzano il criterio di ordinare il bene, vietare il male e limitano le libertà generali e particolari. Il che non è conforme alla civiltà e allevoluzione dellEgitto moderno. Questa giustificazione è importantissima, perché oppone allopinione degli islamista la civiltà, la modernità e parla di evoluzione della società.
Lappunto mira a criticare le tendenze islamiste, i salafiti, i quali affermano di applicare il Corano e la legge islamica, usando proprio lespressione ordinare il bene e vietare il male. Ma facendo questo dice al-Azhar essi limitano le libertà della gente e ciò è contrario al pensiero moderno diffuso in Egitto. Linterpretazione giusta è invece data da chi segue il giusto mezzo.
Primo punto: la libertà religiosa (senza conversione)
Il primo punto afferma che la libertà religiosa è la pietra dangolo della costruzione della società moderna e su di essa è basato il concetto di cittadinanza perfetta, stabilito sulluguaglianza assoluta fra tutti, nei doveri e nei diritti. Questo è confermato dai testi religiosi evidenti, come pure dai principi della costituzione e del diritto.
Per rivendicare questa armonia fra i diritti umani e il Corano sulla libertà religiosa, essi citano due versetti molto noti: Non cè costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall’errore (Corano 2/256).
E anche: Di’: La verità [proviene] dal vostro Signore: creda chi vuole e chi vuole neghi (Corano 18.29) . Di conseguenza, essi affermano che è un crimine ogni manifestazione di intolleranza nella religione, o di persecuzione, o di distinzione fra persone in nome della religione.
Tutte le persone nella società hanno diritto di avere lopinione che vogliono, purché non tocchino il diritto della società di preservare le religioni celesti , perché le religioni divine hanno un carattere sacrale.
Questa parte è tipicamente islamica, ma è anche accettabile dai cristiani. In pratica si segue il pensiero molto comune in Egitto, secondo cui le questioni religiose non si toccano. Per esperienza tutti si accorgono che se si toccano questioni religiose, vi è il rischio di conflitti e di morti.
Fra laltro, il documento afferma che tutte le religioni celesti sono nate nel mondo arabo (sintende ovviamente in Palestina e in Arabia).
Il testo pubblicato è interessante, ma di fatto evita un problema fondamentale: quello della conversione da una religione allaltra. In astratto si afferma che in materia di religione chiunque ha diritto alla sua opinione, ma ponendo il limite nel principio che non va offesa la sensibilità religiosa, non si capisce fin dove si può arrivare.
Il senso è non bisogna provocare i sentimenti comuni. Perciò, se uno si converte in privato, va bene, ma se fa del proselitismo, se rende pubblica la sua scelta, se fa pubblicità, non va bene e rischia persino la morte.
Ho spesso discusso con i miei amici musulmani dicendo che questo principio è applicato in modo parziale. Infatti, quando un cristiano noto si converte allislam, la cosa è pubblicizzata nei giornali, nei libri, alla televisione, ecc
E fanno del proselitismo. Ma questo essi lo giustificano col fatto che lislam è lunica religione autentica. Sarebbe bene che ci fosse una discussione più profonda su questo punto perché è necessaria chiarezza sullelemento conversione.
In compenso, il documento sottolinea che lessere cristiano o musulmano non dovrebbe incidere sulle scelte di lavoro, sulle assunzioni, le carriere, ecc , cosa che purtroppo avviene attualmente di continuo.
Il testo dice anche che bisogna rifiutare chi utilizza lanatema (takfîr), cioè di chiamare e considerare laltro kâfir. Qui ci si riferisce ancora ai salafiti che con facilità bollano gruppi e persone come kâfir, empi. Queste condanne sono molto diffuse fra i gruppi islamici, da sunniti contro sciiti, da gruppi minoritari contro altri
Da tempo le autorità islamiche mondiali domandano che si fermi questo uso di sconfessare laltro allinterno dellislam, ma inutilmente.
Per giustificare tale posizione, al-Azhar cita limam Malek, cioè Mâlik Ibn Anas (711-795), creatore della scuola giuridica sunnita (malekita), prevalente in Africa del Nord, lEgitto seguendo la scuola shafeita dellimam shafei (767-820). La citazione dice: Se qualcuno dice unopinione che potrebbe essere interpretata come empietà da 100 punti di vista, ma che si può interpretare come un pensiero credente almeno per un solo aspetto, allora è necessario accoglierlo sotto laspetto della fede e non è permesso interpretarlo come empietà. È una cosa molto simile al principio che s. Ignazio di Loyola dà allinizio dei suoi Esercizi Spirituali (n. 22), in cui chiede di interpretare sempre le parole dellaltro nel modo più positivo possibile, dicendo: È da presupporre che un buon cristiano deve essere propenso a difendere piuttosto che a condannare l’affermazione di un altro.
Questa è la base del rispetto reciproco. Unaltra citazione di Malek dice: Se cè conflitto fra la ragione e la tradizione, si deve preferire la ragione e interpretare la tradizione secondo la ragione. Anche questo è un principio eccezionale e importante che ritroviamo in Averroé. Purtroppo nel mondo islamico attuale non è molto applicato in pratica.
Secondo punto: libertà di opinione
Il secondo punto riguarda la libertà di opinione e di espressione. Al-Azhar insiste che questa è la madre di tutte le libertà, e si manifesta con lesprimere le opinioni in modo libero con tutti i mezzi di espressione: scrittura, arte, internet, Ciò permette la libertà della società: i partiti, la società civile, la televisione. Esso implica anche la libertà ad accedere alle fonti di informazioni per formarsi unopinione. Questa libertà deve essere garantita da un testo costituzionale per passare nel diritto quotidiano.
In Egitto afferma il documento è garantita anche la libertà di criticare, anche con espressioni forti, purché la critica sia costruttiva. Ma il limite è di non offendere laltro. E si introduce ancora il principio di rispettare il credo delle tre religioni divine, dei loro riti e costumi. Se non si fa questo, si rischia di rompere il tessuto sociale e la saldezza della nazione. Non è diritto di nessuno si ribatte provocare tensioni confessionali in nome della libertà di espressione.
Si afferma poi che la libertà di opinione e di espressione è il luogo della verifica della democrazia e si chiede, soprattutto ai media, di educare i giovani a questa dimensione con tolleranza e larghezza di orizzonti. Il dialogo deve avere sempre la meglio sullintolleranza.
Conclusione
Per comprendere questo documento, occorre ricordare che nel contesto egiziano attuale e nel contesto islamico globale, lintolleranza e il fanatismo religiosi sono prevalenti.
Nelle scorse settimane a Tunisi, i salafiti hanno bloccato luniversità Manouba della capitale, perché volevano obbligare le studentesse a vestire il niqab, il velo integrale (in Tunisia è vietato perfino il velo ordinario).
In questo contesto, un documento come quello di al-Azhar è un grande passo in avanti, soprattutto perché viene dalla più alta autorità islamica in Egitto, rispettata da tutto lIslam sunnita mondiale. Se si potrà mettere in pratica questi criteri, vi sarà un profondo cambiamento: il governo del Cairo sarà islamico, ma perlomeno garantirà la tolleranza e il rispetto delle religioni. Se esso diventa ispirazione per il nuovo governo, sarà un passo nuovo non solo per lEgitto, ma anche per gli altri Paesi islamici. Infatti, bisogna ricordare che il fondamentalismo è nato proprio in Egitto, finanziato dallArabia saudita nel recente passato e oggi dal Qatar.
Il rispetto per laltro.
Dietro tutto questo al-Azhar afferma la democrazia come espressione e garanzia di libertà, e sottolinea che il limite è il rispetto dellaltro. Anche loccidente ha bisogno di riscoprire il rispetto per laltro. Talvolta in occidente le democrazie soprattutto dopo il 68 sono divenute loccasione per accusare e distruggere il pensiero dellaltro, senza alcun rispetto, per cui il dialogo è divenuto violenza.
Mi ricordo di aver partecipato a Parigi alla contestazione, dove si predicava che è vietato vietare (Il est interdit dinterdire!) e quindi si affermava una libertà assoluta contro tutto e contro tutti. Questo elimina il rispetto delle religioni, delle tradizioni, degli anziani, degli antenati: insomma tutto ciò su cui si basano intere società e popolazioni in Asia, Africa e anche in occidente.
Questi documenti firmati dallAzhar sono dunque un passo avanti, anche se proprio il responsabile di questi bei testi, Mahmud Azab, è quello che ha soggerito di tagliare i rapporti fra al-Azhar e il Vaticano allinizio dellanno 2011 .
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