EGITTO – ( 7 Gennaio )

In Egitto sventato attacco a chiesa copta



Un attentato terroristico contro una chiesa copta di Rafah, nella penisola egiziana del Sinai, al confine con l’omonima località della Striscia di Gaza, è stato sventato ieri dalle unità speciali dell’esercito. Lo riferisce il portavoce ufficiale delle forze armate dell’Egitto, sottolineando che l’attacco doveva aver luogo nel giorno in cui le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano, tra cui, appunto, quella copta egiziana, celebrano il Natale. La notte scorsa i militari hanno intercettato due mezzi carichi di armi e di esplosivo nel quartiere di al-Safa, nei pressi dell’edificio di culto: uno è stato fermato e sequestrato, l’altro è riuscito a fuggire. Del clima teso che si respira nelle comunità locali in Egitto per il Natale, Roberta Barbi ha parlato con il vescovo di Giza, mons. Antonios Aziz Mina:RealAudioMP3

R. – Per il Natale, dobbiamo avere fede, dobbiamo avere speranza, anche se la situazione è pesante: comunque Natale rimane Natale, la felicità è nel cuore e non nella situazione politica. Noi abbiamo sempre fiducia di poter uscire dall’impasse per poter arrivare un giorno alla pace vera e propria, non solo per il nostro Paese ma per i Paesi di tutto il mondo.

D. – Ci sono leader islamici estremisti, però, che minacciano i musulmani che faranno gli auguri di Natale ai cristiani, bollandoli come traditori, mentre il Natale – come diceva lei – è una festa di pace …

R. – Sono estremisti, hanno questa chiusura mentale ed è questo che ha spaccato il popolo di Egitto in due fazioni: gli islamisti, che credono di essere i veri credenti, e tutti gli altri – i musulmani moderati, i cristiani o qualsiasi altra fazione, non soltanto religiosa – sono ritenuti da loro miscredenti.

D. – E’ cambiata la situazione dopo la vittoria del “sì” al referendum, che inserisce la Sharìa tra le fonti di diritto nella Costituzione egiziana?

R. – La situazione è diventata più tranquilla perché non ci sono più manifestazioni. Tutti si preparano per le elezioni parlamentari. Spero che possano prepararsi bene per una battaglia che sia una battaglia corretta e giusta, per arrivare a vedere chi prenderà in mano la guida di questo Paese.

D. – Dunque, che tipo di Natale si festeggia quest’anno in Egitto? Qual è la testimonianza che la Chiesa locale può dare al mondo?

R. – Quest’anno è pieno di ricorrenze: è l’Anno della fede, è l’Anno della nuova evangelizzazione, è l’anno in cui abbiamo ricevuto dalle mani del Santo Padre l’Esortazione apostolica del Sinodo per il Medio Oriente del 2010, il cui titolo era: “La Chiesa, comunione e testimonianza”. E non si può fare né comunione né testimonianza senza fede, e la fede ci spinge ad evangelizzare, a testimoniare, a dare testimonianza della nostra fede. Questa è la nostra fede: per piccoli che siamo – piccoli di numero, certamente – siamo però grandi di spirito, grandi perché Cristo ci sostiene, è Lui che opera attraverso noi, attraverso la sua Chiesa.

D. – Quale augurio vuole fare alla sua comunità?

R. – Lo faccio non solo alla mia comunità, ma a tutto il mondo: un augurio di pace. Soprattutto interiore: che siamo riconciliati con noi stessi, con i nostri vicini, con chi abita con noi, con quelli più lontani, cioè con tutto il mondo, e con Dio, che è l’essenziale. Essere riconciliati con Dio: questo è il significato del Natale. Lui si è incarnato, è diventato uomo, per realizzare la riconciliazione fra il Cielo e la Terra.

Ultimo aggiornamento: 8 gennaio 2013

 
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