EGITTO – ( 8 Aprile )

Violenze anticristiane in Egitto. Il vescovo di Giza: manca Stato di diritto, si rischia conflitto civile



Domenica al Cairo, ai funerali nella cattedrale di San Marco delle vittime cristiane degli scontri dei giorni scorsi, un altro cristiano due morti e almeno 90 persone sono rimaste ferite, per l’attacco del corteo funebre da parte di gruppi non identificati. Il 5 aprile scorso a Khosous, nella periferia del Cairo, alcuni edifici della comunità cristiana sono stati incendiati da musulmani che consideravano i cristiani responsabili di scritte offensive. Quattro cristiani sono stati uccisi insieme a un musulmano. Il presidente Morsi ha telefonato al patriarca copto Tawadros II per esprimere la sua solidarietà. Da parte sua, il patriarca copto ha parlato di “episodio grave e senza precedenti” davanti al quale però ha raccomandato di “mantenere la calma anche per preservare la sicurezza del Paese e l’unità nazionale. Il partito dei Fratelli Musulmani ha chiesto a tutti di “rifiutare e condannare la violenza”. Fausta Speranza ha parlato del livello di preoccupazione con il vescovo della diocesi egiziana di Giza, mons. Antonios Aziz Mina: RealAudioMP3

R. – Non solo i cristiani e musulmani, ma è tutto il Paese ad essere scontento. Tutti gli egiziani sono preoccupati. Nessuno esce da casa tranquillo, vive a proprio agio come prima, o si sente un cittadino con pieni diritti all’interno di un Paese che lo protegge!

D. – Quindi c’è grande scontento…

R. – Certo! Ma non credo che nessuno voglia trovare una soluzione a questa situazione. Noi cristiani abbiamo uno strumento: la preghiera, che sicuramente ci aiuterà! Stiamo pregando. Ma ci sono i politici che devono prendere una via pacifica per risolvere i problemi, ci sono gli intellettuali che possono parlare e dare informazioni alla gente per poter trovare una via.
D. – C’è mancanza di sicurezza?

R. – Manca tutto! E soprattutto manca lo Stato di diritto! Quello di ieri non è stato l’ultimo episodio. Se dal primo episodio accaduto dopo la rivoluzione, quando hanno bruciato una Chiesa, il governo avesse reagito incoraggiando un’inchiesta per prendere i colpevoli e far capire loro che il gesto compiuto era grave, forse avremmo potuto contenere tutti questi episodi. Non si lascia la gente fare quello che le piace fare, altrimenti diventa una giungla! Non è più vita!

D. – La religione è strumentalizzata, è soltanto un pretesto di violenza o dietro c’è un disegno?

R. – E’ strumentalizzata, ma questo non era chiaro soprattutto ai musulmani moderati. Per noi era chiaro dall’inizio. I moderati adesso, almeno, hanno capito che questi facinorosi parlano nel nome della religione ma non si interessano della religione! Esorto soprattutto il presidente e il governo a capire la situazione, a vedere e ad ascoltare la gente, cosa che non fanno più.

D. – Se questi ultimi episodi sono avvenuti alla periferia del Cairo e ieri i funerali sono stati celebrati nella Cattedrale del Cairo, cosa può succedere in luoghi anche meno sicuri del Paese?

R. – Può succedere di tutto! Se in un Paese manca l’ordine e il diritto, tutto può accadere, perché nessuno viene richiamato all’ordine e alla responsabilità!

Ultimo aggiornamento: 9 aprile

Testo proveniente dalla pagina

 

del sito Radio Vaticana
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