Padre Bakhoum, può bastare il motivo confessionale per spiegare questi gravi fatti?
Gli scontri di questi giorni, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non hanno un carattere confessionale ma affondano le loro cause nella mancanza di leggi, di stabilità politica e sociale. Ed è chiaro che in questa situazione coloro che soffrono maggiormente sono le minoranze, come quella cristiana. Fatti come questi si susseguono quasi giornalmente e non vedono sempre al centro le chiese. Sabato, per esempio, degli scontri si sono avuti anche davanti a un tribunale. Il problema è la mancanza di rispetto e dellapplicazione delle leggi, delle regole in vigore. La strage di Capodanno del 2011 nella chiesa dei Santi ad Alessandria dEgitto, che provocò decine di morti e feriti, non ha, ancora oggi, un colpevole, e lo stesso vale per tanti altri fatti analoghi.
Il presidente egiziano Morsi, della Fratellanza musulmana, ha ordinato uninchiesta immediata sullattacco alla cattedrale e ha espresso solidarietà al patriarca Tawadros II
Di parole ne abbiamo sentite tante. Tante chiese vengono attaccate, come anche in passato, ma oggi accade perché non ci sono leggi e istituzioni forti ad impedirlo. La stessa polizia si ritira subito quando ci sono scontri e manifestazioni.
Frizioni tra copti e musulmani si sono sempre verificate in Egitto, ma adesso il livello della tensione sembra crescere sempre di più. Perché?
Nel Paese cresce lintolleranza, in tanti settori della società, a causa dellignoranza che trasforma in nemico chiunque abbia unidea diversa. Spesso gli scontri nascono per diatribe che non hanno nulla a che vedere con laspetto confessionale, tuttavia diventano scontri religiosi con musulmani da una parte e cristiani dallaltra. A contribuire è anche la mancanza di educazione e di istruzione. Sono milioni i giovani egiziani che ogni giorno vivono per le strade. Nelle scuole la qualità dellistruzione si sta abbassando in modo impressionante. Cambiano i programmi scolastici: ormai nelle lezioni di arabo si studia che chi è con i Fratelli Musulmani è con Dio, chi è contro è un nemico. Lintolleranza si studia a scuola.
LEgitto ha avanzato, oggi, una richiesta di prestito al Fmi, di 4,8 miliardi di dollari, con l’obiettivo di coprire il deficit fino a metà del 2015. Quanto pesa la crisi economica in questo particolare momento?
La crisi economica, che è in grave aumento, è un’altra conseguenza del mancato rispetto delle leggi. Senza leggi nessuno vuole investire in Egitto, nessuno vuole aprire negozi. Tutti hanno paura e gli investimenti se ne vanno. I riflessi si sentono in modo particolare sul turismo, una delle principali risorse del Paese che occupa centinaia di migliaia di persone. Abbiamo famiglie, i cui padri sono impegnati nel settore turistico, che non lavorano da due anni. È terribile!.
Nellattuale panorama di agitazione politica, economica e sociale in cui versa lEgitto, il movimento giovanile è tornato in piazza Tahrir per protestare contro il governo del presidente Morsi
Le manifestazioni di piazza Tahrir proseguono. Se da un lato questo è un dato positivo, poiché dimostra che esiste un dissenso, dallaltro evidenzia un Paese fermo, immobile, che non riesce ad uscire dal guado in cui è caduto dopo la caduta di Mubarak.
La primavera egiziana è già sfiorita?
No, cè da essere ottimisti per il futuro. Dobbiamo avere speranza. Forse si è parlato troppo presto di Primavera araba. Io credo che siamo ancora in autunno, un tempo di fatica, di lavoro, di semina. Il tempo di gettare semi di tolleranza, di rispetto, di diritto, di libertà. La rivoluzione non è il tempo giusto della raccolta ma si è voluto raccogliere comunque. Quelli che vediamo oggi ne sono i risultati… Dobbiamo aspettare che i frutti maturino e per questo sono ottimista.
http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/04/00259684_tornata_la_calma_apparente.html