EUROPA/ISLAM – ( 10 Luglio 2015 )

EUROPA – ISLAM

Imam di Nîmes: Lo Stato islamico uccide i cristiani, e rischia di eliminare anche l’islam dall’Europa

di Hocine Drouiche*

L’islam politico sta diventando un “islam delinquente” che valorizza la menzogna, l’odio, l’inimicizia. I nemici sono i “cristiani” e tutto l’occidente. Ma l’islam ha avuto epoche in cui dialogo, ragione, incontro, assimilazione erano tenuti in grande stima. L’islam guerriero che tanto affascina molti giovani, è frutto di miti e manipolazioni e spinge all’islamofobia. E’ tempo di far nascere e crescere un islam europeo, garante della libertà di coscienza e capace di convivere con cristiani ed ebrei. Risolvere col dialogo il problema palestinese.

Bruxelles (AsiaNews) – La persecuzione dei cristiani in Medio oriente da parte dell’islam jihadista è un campanello d’allarme anche per tutto l’islam nel mondo e in Europa. L’islam politico infatti sta manipolando l’interpretazione del Corano e della sunna eliminando tutti quegli elementi di ragione, apertura, incontro, adattamento vissuti per secoli nel mondo musulmano. E’ una delle tesi acute e coraggiose offerte da Hocine Drouiche, imam di Nîmes (Francia) e vicepresidente della Conferenza degli imam di Francia, nel suo intervento al Parlamento europeo durante l’incontro su “Persecuzione dei cristiani nel mondo”, tenutosi a Bruxelles lo scorso primo luglio. L’imam Drouiche prende l’occasione per un esame di coscienza interno al mondo musulmano, ricordando la tiepidezza di molti islamici verso le violenze terroriste (anche quelle avvenute per Charlie Hebdo) e mette in guardia dalla montante ondata anti-islamica che sta crescendo in Europa, che può essere disinnescata nella misura in cui il mondo musulmano dà origine a un islam europeo, capace di sintetizzare i valori di libertà di coscienza, di religione, dei diritti dell’uomo e della donna. Anche il problema palestinese va affrontato nella pace e nel comune lavoro fra musulmani, ebrei e cristiani. Riportiamo qui l’intervento integrale dell’imam Drouiche, per sua gentile concessione.

 
In una società non democratica è difficile per le minoranze religiose, etniche e culturali vivere in pace e libertà. I cristiani d’Oriente soffrono da troppo tempo per la mancanza di sistemi democratici in Iraq, in Siria, in Cina e in Corea del Nord, etc…
Le maggioranze s’impongono e diventano furiose per la presenza di queste minoranze, che possono essere viste come straniere ed elementi indesiderati e sconfitti, come nemici o alleati dei nemici. Esse divengono in modo automatico dei cittadini di seconda o di terza categoria, o più semplicemente dei non cittadini.
La vita di queste minoranze diventa delicata a causa della debolezza naturale mostrata nei confronti della maggioranza, ma anche perché queste genti perseguitate non possono accettare il sostegno dei Paesi democratici, per non essere accusati dalla maggioranza di complicità e connivenza con lo straniero. E queste accuse possono diventare la causa legittima per scatenare un genocidio nei loro confronti. Esempi di questi genocidi nei confronti delle minoranze sono assai evidenti nel corso della storia moderna dell’umanità, come il genocidio degli ebrei (la shoah), il genocidio degli armeni, il genocidio contro i tutsi ma anche gli stessi crimini contro l’umanità che questi piccoli gruppi umani hanno subito per mano di barbari e fanatici in Medio oriente, in Myanmar, nell’Africa centrale, etc…
Nel mondo i cristiani sono perseguitati, braccati, privati del lavoro, imprigionati, torturati, assassinati. Tutti i mezzi sono usati per costringerli a rinnegare la loro fede, compreso il rituale dello stupro collettivo, considerato in certi Stati come una forma di sanzione penale. Possedere una Bibbia è diventato un crimine, proibita è la celebrazione del culto, si è tornati ai tempi delle messe nelle caverne e dei primi martiri.
I principali fattori della persecuzione cristiana nel mondo
Vi sono diversi fattori che spiegano la persecuzione anti-cristiana, siano essi politici, economici, etnici e religiosi.
1 – Assenza di sistemi democratici in questi Paesi.
2 – Al contempo è evidente un progressivo e generale arretramento della libertà religiosa nel mondo.
3 – Il grado di persecuzione contro i cristiani è in aumento in tutto il mondo e, in particolare, nel mondo musulmano.
4 – Nella maggior parte dei casi i cristiani d’Oriente pagano ingiustamente gli errori della politica promossa dai Paesi occidentali!
5 – Gli estremisti pensano sempre che i cristiani siano, per loro natura, degli alleati dell’Occidente. Questa accusa basta per legittimare i massacri anti-cristiani e la politica di sterminio nei loro confronti.
6 – Un islam politico secondo cui la presenza dei cristiani nel mondo musulmano non è mai una possibilità. Essa costituisce piuttosto una minaccia.
7 – Un sistema internazionale ingiusto, che agisce in modo falso in nome della religione cristiana per finalità politiche ed economiche, senza riflettere sulle gravi conseguenze per i cristiani che vivono in questi Paesi oggetto di attacchi da parte degli eserciti occidentali (è questo il caso di George W. Bush con l’Iraq).
8 – La pratica dell’islam contemporaneo è molto più vicina al settarismo, piuttosto che a una religione universale e aperta. L’assenza di grandi nozioni sulla civiltà musulmana del passato nel mondo musulmano contemporaneo ha nociuto di molto non solo ai musulmani, ma anche alle stesse minoranze che vivono fra loro. Questi valori improntati al dialogo, alla tolleranza, al razionalismo [alla ragione- ndr], all’accettazione dell’altro non hanno potuto nulla di fronte a un islam interpretato alla lettera, chiuso in se stesso, che divide il mondo in bianco e nero, musulmani e miscredenti, fedeli e infedeli, amici di Dio e nemici di Dio. La nascita del fanatismo in un simile contesto è inevitabile. I cristiani d’Oriente sono stati le prime vittime di questo arretramento culturale e civile in seno al mondo musulmano!
Considerato tutto ciò, appare evidente che la nascita di movimenti ideologici fanatici come Daesh (acronimo arabo dello Stato islamico, SI – ndr) non deve stupire. Nei secoli passati l’islam accettava le diversità, che vivevano in pace all’interno dei suoi Paesi. I cristiani, gli yazidi e gli ebrei non avrebbero potuto continuare a vivere in Medio oriente, se il vero islam fosse la versione propagandata da Daesh e che è fonte di terrore e distruzione.
Il posto di Maria nellislam
La Vergine Maria occupa una posizione di rilievo nei cuori e nelle anime dei musulmani. A lei è riservato un grande onore e una posizione elevata all’interno della religione musulmana. Quando il corano e la sunna (i detti del profeta Maometto) parlano di questa donna eccezionale, lo fanno sempre con rispetto e onore perché il Signore l’ha scelta per servire la casa di Dio e per dare i natali a un grande profeta con un miracolo divino che assomiglia a una sceneggiatura.
È vero che il Corano ha attribuito un posto importante alla Vergine Maria (Meryem), la sola donna menzionata per nome all’interno del libro santo. Il corano non dice infatti né il nome della madre del profeta Maometto, né quello delle sue figlie, della sposa né di alcun altra donna della sua famiglia.
Vi sono due sure che  prendono il loro nome da Maria e dalla sua famiglia (Alimrane). All’interno del libro dell’islam si recita il nome della Vergine Santa 34 volte. Lei ci accompagna in quasi tutte le sure. Di contro, Gesù è menzionato 25 volte per nome (Aissa) e più di 50 volte col nome di Cristo (Elmassih).
Il Corano afferma in modo chiaro che Dio ha difeso Maria contro le accuse della gente. Questa difesa ha sorpreso i vicini come gli avversari, quando ha fatto parlare il bambino Gesù – la salvezza e la pace di Dio siano su di lui – attraverso un miracolo per prendere le difese di sua madre e mostrarle il suo posto nel mondo.
Il profeta ha detto: “Nessuna donna è perfetta all’infuori di Maria, la madre di Gesù e Assia, la sposa del faraone”.
Raccontando la nascita di Gesù, il passaggio coranico in cui si parla della Vergine Maria mostra il grande rispetto e il posto sacro che Maria e suo figlio occupano nel libro sacro dei musulmani:
27. Tornò dai suoi portando [il bambino]. Dissero: “O Maria, hai commesso un abominio!
28. O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina”.
29. Maria indicò loro [il bambino]. Dissero: “Come potremmo parlare con un infante nella culla?”
30. [Ma Gesù] disse: “In verità, sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta.
31. Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l’orazione e la decima finché avrò vita,
32. e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento, né miserabile.
Il discorso islamico e gli attentati contro Charlie Hebdo
A livello globale, come abbiamo appena visto, il discorso islamico si distingue per una ambiguità di fondo e, in alcuni casi, per un doppio senso. Si è per la libertà religiosa ma non si fa nulla per impedire che un apostata venga giustiziato o per condannare in modo fermo la persecuzione dei cristiani nel mondo arabo-musulmano! È un discorso che spinge in direzione di una libertà di espressione integrale, deplorando al contempo l’uso a geometria variabile.
Tuttavia, durante gli avvenimenti accaduti in occasione di Charlie Hebdo in Francia, per esempio, non abbiamo visto degli imam o dei rappresentanti della comunità musulmana davanti al luogo del crimine per rendere omaggio alla sede di Charlie Hebdo o al supermercato Kosher. Sfortunatamente, l’islam è privato della sua umanità dal panorama religioso corrente.
Gli attentati contro Charlie Hebdo hanno mostrato in modo chiaro l’assenza di un discorso religioso che dichiara in modo netto il suo attaccamento ai valori umani e pacifici che vigono in Francia e in Europa. Questi valori non sono affatto in contraddizione con l’essenza stessa dell’islam. E come sempre accade, questo contesto islamico negativo ha trascinato tutti i musulmani francesi nell’ambiguità.
L’islam politico ha considerato la marcia repubblicana come un’onta e resta ancora oggi aperta una domanda posta dai francesi agli attori dell’islam politico, perché portino dei chiarimenti sulle ragioni di questa vergogna.
  • Chi ha impedito alle istituzioni musulmane in Francia, e in Europa e nel mondo musulmano di lanciare un appello alla partecipazione alla marcia contro il terrorismo.
  • Perché gli imam nelle moschee non hanno invitato la comunità musulmana a partecipare alla marcia? Essi potevano essere anche contrari in toto alle caricature di Charlie Hebdo e, al tempo stesso, anche contro gli assassini dei giornalisti. Certo, questo è uno dei vantaggi del vivere in un Paese democratico.
  • Come si spiega che l’islam europeo sia rimasto muto e silenzioso davanti al massacro degli ebrei a Parigi e a Tolosa, sul suolo europeo?
    Nel luglio 2014 si è tenuta una manifestazione pro-palestinese durante la quale si è sentito gridare “morte agli ebrei”. E nessun rappresentante dell’islam in Francia si è per questo indignato!
Questo atteggiamento negativo non è forse un via libera agli estremisti del mondo arabo-musulmano per odiare i cristiani e gli ebrei, così come le minoranze religiose che vivono all’interno delle società musulmane?
L’islam politico si allontana sempre di più dall’islam dell’umanesimo, dell’apertura e della tolleranza. Esso è trasformato in una ideologia che strumentalizza la religione per fini che sono contrari ai precetti stessi della religione.
Questi tristi attentati hanno messo a nudo la visione falsa e snaturata di tale discorso, e soprattutto distante dai valori democratici europei.
Il discorso religioso si compiace nel condannare il dibattito sull’identità in atto in Francia e, al tempo stesso, si definisce lui stesso attraverso la sua identità religiosa e rifiuta di integrarsi nell’unità nazionale dei Paesi europei.
La maggioranza degli imam che esercitano in Europa sono stati formati in larga parte nei Paesi musulmani, dove hanno ascoltato i loro insegnanti ripetere a più riprese che l’Europa e la laicità sono i primi nemici dell’islam!
Quale programma e quale formazione i musulmani europei hanno presentato alle nuove generazioni, al fine di trovare un islam europeo che vive in modo compatibile ed equilibrato con i valori dell’Europa senza perdere i pilastri e le fondamenta della religione musulmana?
Essi si crogiolano in una realtà di sottosviluppo che è frutto di indicazioni inadeguate rispetto ai tempi moderni, secondo cui l’islam è più grande della nozione stessa di religione!
Il radicarsi dei musulmani in Europa dovrebbe spingerli ad adattarsi ai valori delle nuove società occidentali per tre motivi di fondo:
1 – L’islam si è sempre dimostrato abbastanza elastico da adattarsi nella storia alle circostanze e ai valori delle società conquistate. Questo è successo in Persia, in Pakistan, in India e nel Nord Africa, nell’Africa sub-sahariana, in Russia e Turchia, in Albania e in Bosnia.
2 – I musulmani dovrebbero considerare come un’opportunità da valutare quella offerta dalle società democratiche e libere. Questi valori occidentali impregnati di libertà, di giustizia e di laicità hanno giustamente aiutato i musulmani a vivere la loro religione in tutta serenità, malgrado le difficoltà incontrate.
3 – I musulmani stanziati in Europa dovrebbero cogliere l’opportunità della presenza dell’islam in Europa per integrarsi all’interno di società organizzate che rispettano le religioni e le varie diversità. Questa integrazione avrebbe potuto realizzarsi senza problemi se i musulmani europei si fossero allontanati da tutte le interpretazioni e le spiegazioni straniere dell’islam, con l’obiettivo di dar vita a una lettura europea dell’islam stesso.
Va peraltro sottolineato che i valori europei quali la democrazia, la libertà, i diritti umani, il rispetto della donna e i diritti dei minori sono dei valori universali comuni che uniscono l’islam e le società europee.
 
 
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