FILIPPINE – ( 8 Ottobre 2015 )

FILIPPINE

Rapimento Del Torchio: “Non è detto che siano i gruppi islamisti”

P. Giovanni Re, Superiore regionale del Pime nelle Filippine, dice che “è più probabile siano gruppi in cerca di riscatto, come succede spesso prima delle elezioni”. La zona di Mindanao “è ancora una delle più pericolose. Prendiamo precauzioni ma a volte i rapimenti avvengono anche in zone tranquille”. Alcuni compagni di seminario dell’ex missionario lo descrivono come “una persona di grande sensibilità e capacità pratiche. Intuitivo e intraprendente”.

Manila (AsiaNews) – Il rapimento di Rolando Del Torchio “non è necessariamente da inserire nel contesto dei conflitti fra i gruppi separatisti islamici di Mindanao e il governo. Non si può dire che sia stato fatto per boicottare o per mettere in crisi gli accordi raggiunti. Anche perché a Dipolog [luogo del rapimento ndr] non ci sono conflitti tra cristiani e musulmani. È più probabile che la ragione non sia politica, ma economica, di ricerca del riscatto”. P. Giovanni Re, Superiore regionale del Pime nelle Filippine, commenta così il rapimento di Rolando del Torchio, ex missionario, ora gestore dell’“Ur Choice Cafè”, avvenuto ieri.

Negli ultimi giorni, nell’isola di Mindanao sono stati rapiti altri tre stranieri (due canadesi e un norvegese) e una donna filippina. “Ci sono parecchi rapimenti di filippini, anche di gente non ricca (insegnanti, piccoli negozianti) – afferma p. Re – e succede di frequente che, quando si avvicinano le elezioni [le prossime saranno nel 2016 ndr], aumentano gli atti di questo tipo. Qualcuno dice che siano compiuti anche per finanziare le campagne elettorali, ma bisognerebbe verificare”.

Mindanao è “una zona molto delicata, soprattutto in certe zone e in certi momenti. Cerchiamo di prendere tutte le precauzioni possibili per evitare episodi del genere – continua il sacerdote – ma, come dimostra questo caso, possono accadere anche in luoghi non pericolosi”.

Rolando Del Torchio, 57 anni, è originario di Angera (Varese). Ordinato missionario del Pime nel 1984, aveva lavorato a Napoli per alcuni anni e poi inviato nelle Filippine a Sebuco, sempre a Mindanao, vicino alla zona dove è stato rapito. Dal 2001 ha chiesto di vivere fuori dell’Istituto, rimanendo a Zamboanga del Norte. Negli anni seguenti ha lasciato il sacerdozio per motivi personali.

“Appena mandato nelle Filippine – racconta p. Re – Del Torchio ha cominciato a lavorare con gli agricoltori per insegnare loro le tecniche (lui era perito agrario) e per creare delle cooperative. La maggior parte della popolazione di queste zone è contadina”. Queste attività “gli hanno permesso di conoscere meglio la città di Dipolog e dopo, quando ha deciso di lasciare il Pime, dopo qualche anno in Italia è tornato e ha aperto un ristorante”.

Alcuni compagni di seminario descrivono Del Torchio come “una persona di grande sensibilità e capacità pratiche. Intuitivo e intraprendente”.

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Rapimento-Del-Torchio:-“Non-è-detto-che-siano-i-gruppi-islamisti”-35526.html

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