FRANCIA – ( 14 Giugno 2016 )

Accoltellati 2 agenti di polizia


Coppia di agenti uccisi a Parigi

 

 

A.M.B.

 

14 giugno 2016

 

 
 

Larossi Abballa, 25 anni, il killer di Parigi (Lapresse)

 

 

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Aveva giurato fedeltà ad Al-Baghdadi, il leader del Daesh, appena tre settimane fa. E intendeva rispondere con i fatti al suo appello a “uccidere gli infedeli nelle loro case con le loro famiglie”. È questo il ritratto di Larossi Abballa, il killer che la scorsa notte a Parigi ha ucciso a coltellate una coppia di marito e moglie poliziotti prima di essere a sua volta ucciso dalle forze speciali. Più un aspirante terrorista che sogna il jihad che un affiliato a una cellula attiva del Daesh in Europa.

MUSULMANO PRATICANTE. Nella sua auto sono stati ritrovati una copia del Corano, una djellaba (la tradizionale tunica da uomo maghrebina) e due libri sulla religione islamica (“Fede autentica” e “Spiegazione dei fondamenti”). Lo ha reso noto il procuratore di Parigi François Molins in conferenza stampa. Era un “musulmano praticante che faceva il Ramadan”, ha aggiunto Molins.

SI È FILMATO SU FACEBOOK. Il killer ha rivendicato il suo attacco a nome del Daesh davanti alla polizia prima di essere ucciso e anche in un video di 12 minuti pubblicato su Facebook e inviato a “un centinaio di contatti”. Abballa ha anche annunciato il suo attacco tramite un account su Twitter che era stato creato lo scorso 8 giugno a nome di Mohamed Ali.

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RADICALIZZATO SU WEB. Cittadino francese figlio di marocchini, Larossi Abballa, 25 anni, era nato nella banlieue parigina, a Mantes-la-Jolie. A soli 5 chilometri dal luogo dove ha ucciso ed è stato ucciso. Come altri ragazzi a rischio, aveva un passato di piccolo delinquente fatto di furti, ricettazione e violenze. La sua radicalizzazione sarebbe avvenuta su Internet ed era nota alla sicurezza francese.

GIA’ CONDANNATO. Nel 2013 era stato condannato a tre anni di carcere dal tribunale correzionale di Parigi per partecipazione a una filiera jihadista fra la Francia e il Pakistan. Il suo nome compare in una indagine in corso su un’altra filiera jihadista, diretta verso la Siria.

«UNO SBANDATO». All’epoca del processo, Abballa si era descritto come un ragazzo senz’arte né parte. “Avevo bisogno di riconoscimento, non lavoravo e mi avevano appena bocciato al Cap (diploma professionale, ndr). Mi hanno cominciato a parlare di religione e mi ha confortato”, aveva dichiarato, citato su le Monde. Il suo difensore Hervè Denis lo ha descritto oggi su Le Parisien come un giovane di “scarsa levatura e intelligenza media”.

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IL GIUDICE: FIGURA MINORE. Intervistato su Le Figaro, il giudice Marc Trevidic che lo interrogò nel 2013 si ricorda molto bene di Abballa. Il caso coinvolgeva sei uomini, due dei quali si erano recati a Lahore, in Pakistan, per incontrare un emissario di al Qaeda. Abballa era però rimasto in Francia ed era considerato una figura minore. “Era un tizio come se ne vedono tanti nei dossier sugli islamisti, era imprevedibile, dissimulatore – ha raccontato il magistrato – voleva fare il jihad, questo è certo. Si era allenato in Francia, non militarmente, ma fisicamente. Tuttavia all’epoca, a parte le cattive frequentazioni e lo jogging per tenersi in forma, non vi era molto contro di lui sul piano penale”.

POSTAVA VIDEO ANTISEMITI. Celibe, negli ultimi anni aveva apparentemente cercato di lanciarsi nel settore del fast food da consegnare a domicilio. Sulla sua pagina Facebook c’era la pubblicità della sua impresa “Dr. Food 78”, fondata nel gennaio 2015, con tanto di video anche su Snapchat. Ma il 20 aprile, la foto del suo profilo è stata sostituita da uno schermo nero. Ormai postava solo video complottisti e antisemiti.

SENZA ARMI MA CON BERSAGLI. Nella sua abitazione non sono stati trovati né armi, né esplosivi. Nel suo computer è stata però stata ritrovata una lista di sei bersagli, tra cui due personalità pubbliche.

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Il testo originale e completo si trova su:

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/chi-il-killer-di-parigi-larossi-abballa.aspx

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