FRANCIA/GRAN BRETAGNA – ( 8 Settembre 2015 )

Francia e Gran Bretagna pronti ad attaccare l’Is in Siria

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L’attenzione internazionale resta puntata sulla Siria. L’Iran propone il dialogo con tutte le potenze mondiali e regionali per una soluzione all’insegna della stabilità e della sicurezza nel Paese. Gran Bretagna e Francia, invece, preparano attacchi militari contro le postazioni del sedicente Stato Islamico in territorio siriano. Di questa opzione Eugenio Bonanata ha parlato con Alberto Negri esperto dell’area per “Il Sole 24 ore”:

R. – I raid europei in Siria – dove gli Usa, tra l’altro, non vogliono mettere piede, ma solo controbilanciare le forze in campo – sono una tempesta di sabbia sollevata per smascherare un’altra storia sbagliata dell’Occidente. Qual è la storia sbagliata? Gli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno avallato sin dal 2011 la guerra per procura in Siria, condotta dagli jihadisti e dai loro sponsor turchi ed arabi contro Assad e gli alleati di Assad, in primo luogo l’Iran e gli Hezbollah libanesi. Ora gli europei intervengono per coprire il loro fallimento: la fine stessa della Siria, la consegna del Paese agli jihadisti e la sua spartizione in zone di influenza. L’Is non è distante ormai da Damasco, ma l’aviazione americana in queste settimane non ha fatto nulla per contenerlo! Il Pentagono ci ha fatto vedere la cattura di Palmira, mostrandoci l’immagine della distruzione nella città antica, ma non sono mai intervenuti! Se il regime di Assad crolla, le ondate dei profughi – soprattutto quelle delle minoranze siriane – diventeranno, secondo me, immani.

D. – La Russia è contraria all’uscita di scena di Assad: cosa comporta questo?

R. – La Russia non è contraria – come del resto l’Iran – all’uscita di scena di Assad. Potrebbe anche esaminare questa opportunità. Mi trovavo qualche settimana fa a Teheran, dove il viceministro Bogdanov ha incontrato il ministro siriano Mohallen …. Si può discutere l’uscita di scena di Assad, ma quello che non accettano, né Mosca né Teheran, è un’uscita di scena che porti al crollo totale del regime del Paese.

D. – E qual è il ruolo dell’Iran?

R. – Il ruolo dell’Iran è evidentemente molto importante, perché gli iraniani hanno sempre sostenuto con aiuti militari, economici e anche con uomini in campo il regime di Assad. Ma assai più importante è stato quello che hanno concesso di fare gli occidentali, ben sapendolo che si stava facendo: di fare cioè affluire migliaia di jihadisti dalla Turchia, di far sostenere ai sauditi e alle monarchie del Golfo tutti i peggiori salafiti e i gruppi radicali più estremisti. Ebbene, oggi per liberare la Siria da questo incubo non serviranno purtroppo questi raid aerei.

D. – Cosa ci possiamo aspettare in prospettiva?

R. – In prospettiva ci possiamo aspettare che ci sarà una resistenza ovviamente del regime siriano, soprattutto nelle zone più strettamente sotto controllo, come Damasco, la fascia costiera di Latakya, dove qualcuno dice che già sono sbarcati i russi… Ma dobbiamo aspettarci anche una offensiva e non soltanto dell’Is, ma anche degli altri gruppi jihadisti che sono in campo, come Jabhat al-nuṣra, affiliato ad al-Qaeda, e come altri gruppi salafiti che sono sostenuti dalle monarchie del Golfo: tutti questi cercheranno di prendere posizione per arrivare, appunto, ad una spartizione del Paese. E questo purtroppo lo abbiamo purtroppo già visto, anche se in maniera diversa: è avvenuto anche in Iraq ed ha portato all’ingrossamento dei profughi e all’esodo di milioni di persone. Questo in Siria sta già avvenendo ed avverrà in misura ancora maggiore nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.  

 

Il testo originale e completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2015/09/08/francia_e_gran_bretagna_pronti_ad_attaccare_l’is_in_siria/1170340

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