INDONESIA – ( 28 Luglio 2015 )

INDONESIA

Cristiani e buddisti alle feste di fine Ramadan per combattere le violenze con la pace

Celebrazioni di “Halal Bilhala” si sono svolte in tutto il Paese con la partecipazione di leader di differenti religioni. Tentativi di incontri interconfessionali dopo l’innalzarsi della tensione nelle ultime settimane, sfociata in episodi di violenza.

Jakarta (AsiaNews) – Questi incontri rispecchiano “l’identità indonesiana di pluralismo etnico, linguistico, culturale e religioso. Perciò non c’è bisogno di comportarsi male gli uni gli altri”. Con queste parole Basuki Yjahaja Purnama, governatore di Jakarta, ha commentato le celebrazioni “halal bilhalal”, avvenute alla vigilia della festa conclusiva del Ramadan (Eid Fitri Mubarak), in vari luoghi del Paese, con la partecipazione di leader di tutte le religioni.

“Halal Bilhala” è una festa tradizionale islamica che si può tradurre come “chiedere perdono, dimenticare il passato e sperare il meglio per il futuro”. Il 22 luglio scorso una festa si è tenuta anche a Kudus, città nello Java centrale, con lo scopo il ridurre la tensione tra le organizzazioni musulmane ed esponenti di altre religioni, dopo alcuni episodi di violenze come quello avvenuto qualche giorno fa, quando due chiese sono state bruciate, forse in risposta al rogo di una moschea.

Musthofa, capo del distretto di Kudus ha presieduto l’evento, minimizzando il rischio di possibili “atti di inimicizia” da parte degli integralisti musulmani nei confronti delle minoranze (soprattutto cristiani protestanti). L’invito, ha proseguito il governatore, “è stato un gesto di tolleranza e di armonia religiosa col quale la gente di Kudus vive l’eredità di Suna Kudus [uno dei nove “santi musulmani che hanno convertito Java ndr]”. “Noi crediamo – ha concluso Musthofa – che tutte le religioni insegnino qualcosa di buono. Speriamo che ciò che facciamo a Kudus sia di esempio per le altre regioni”.

All’incontro erano presenti, oltre ai cristiani, anche indù, buddhisti, Kong Hu Cu e rappresentanti di religioni indigene, che hanno accolto con calore le parole del governatore. La festa è proseguita con un banchetto, a margine del quale i leader religiosi hanno avuto modo di stringere rapporti in uno spirito di condivisione.

Il governatore Purnama ha parlato della diversità come “un dono di Dio per il Paese”, ricordando inoltre che l’Indonesia è fondata sui cinque principi della costituzione [pancasila ndr], che garantiscono la giustizia e l’equità sociale.

Gli incontri svolti a conclusione del Ramadan sono significativi in modo particolare perché l’Indonesia, nazione musulmana (sunnita) più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, ahmadi o di altre fedi. Alcune norme come il permesso di costruzione vengono sfruttate per impedire l’edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto, come è avvenuto nel West Java contro la Yasmin Church

Il testo completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Cristiani-e-buddisti-alle-feste-di-fine-Ramadan-per-combattere-le-violenze-con-la-pace-34892.html

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