IL BRACCIO DI FERRO
Teheran apre: «Intesa possibile in sette giorni»
Un accordo che ponga fine al decennale braccio di ferro sul programma nucleare iraniano può arrivare già questa settimana, se i negoziatori faranno il massimo sforzo: lottimistica previsione è del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif. «Se ognuno farà del suo meglio, possiamo trovare un accordo», ha detto ieri mattina Zarif dopo una colazione di lavoro con il capo della politica estera dellUe, Catherine Ashton. «Ci attendiamo un negoziato serio: è possibile», ha aggiunto quando gli è stato chiesto se lintesa potrà arrivare proprio dai due giorni di colloqui (ieri e oggi) tra Teheran e le potenze del 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dellOnu più la Germania) a Ginevra.
I negoziati sono iniziati in un clima improntato a un cauto ottimismo. Si tratta del secondo appuntamento dallarrivo al potere del nuovo presidente iraniano, Hassan Rohani, lo scorso agosto, e il rimodellamento del team di negoziatori di Teheran. Anche lUe ha sottolineato che i negoziati sono entrati «in una fase seria», come ha detto la Ashton, che sta guidando léquipe occidentale. Poi, a conclusione della sessione mattutina, Zarif ha rimarcato che «i progressi» ci sono, ma il negoziato è «difficile».
Gli Usa sono incoraggiati dal cambio di atteggiamento di Teheran, passato con Rohani dalla retorica incendiaria a posizioni più concilianti. Ma i 5+1 vorrebbero che lIran sostenesse le sue promesse adottando misure concrete. «Quel che stiamo cercando per ora è un primo passo, un accordo iniziale che fermi il programma nucleare iraniano e magari ne faccia arretrare alcune parti. Siamo pronti a offrire un alleggerimento limitato, mirato e reversibile delle sanzioni», ha spiegato una fonte nella delegazione americana. Un simile accordo servirebbe ad avere «maggiore tempo» per arrivare a una «soluzione globale della questione» ha concluso il funzionario della delegazione degli Stati Uniti.
LIran dovrà «fare delle concessioni», ha sottolineato da parte sua il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. «La Francia, ma penso anche gli altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ritengono che lIran potrà avere il diritto di utilizzare il nucleare civile, ma naturalmente non potrà arricchire luranio» per produrre la bomba atomica.
Ma sullo sfondo rimangono le preoccupazioni, in primis quelle di Israele: una fonte del governo israeliano ha spiegato che la proposta del 5+1 allIran è «linterruzione dellarricchimento delluranio al 20 per cento e il rallentamento dellattività al reattore ad acqua pesante di Arak in cambio dellallentamento delle sanzioni. Questo è un pessimo accordo e noi ci opponiamo fermamente». Togliere le sanzioni, ha chiarito il premier Benjamin Netanyahu sarebbe «un errore di proporzioni storiche». Ma la Casa Bianca ha ribadito che Teheran dovrà dimostrare effettivi progressi per meritarsi lammorbidimento delle restrizioni.
Larricchimento delluranio al 20 per cento è considerato un passo fondamentale sulla strada per costruire latomica e il reattore ad acqua pesante può fornire un fonte di plutonio, strada alternativa da cui arrivare comunque alle testate nucleari.
Paolo M. Alfieri
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