Il Patriarca Sako: intervento internazionale, da soli non ce la facciamo
Il patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphaël I Sako è intervenuto allincontro promosso dalla Comunità di SantEgidio ad Anversa, in Belgio. Ha parlato della fede forte dei cristiani iracheni, che resiste nonostante le persecuzioni. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:
R. – Siamo forti, perché per noi la fede, il credere non è una ideologia, non è una speculazione. Credere è amare! E questo è diverso. Qui, purtroppo, la gente pensa che la religione sia fuori tempo. Questo vuoto qui è molto pericoloso per noi. La gente ci dice che il cristianesimo in Occidente è finito: ma non è vero! Sono scandalizzati. Dicono: Allora il cristianesimo non è una vera religione E lIslam. Bisogna islamizzare il mondo. Penso che anche questi giovani fondamentalisti jihadisti che arrivano dallOccidente per entrare nellIs e in altri gruppi siano più pericolosi degli arabi, perché loro cercano un ideale, formare uno Stato islamico con una morale e un ideale.
D. – Come si risponde a questo? Con linvito al dialogo e alla pace, così come si sta indicando qui ad Anversa
R. – Ci sono due livelli. Quando parliamo della pace capiamo che cosa è la pace e il dialogo. Ma laltro deve sapere, deve essere cosciente che cosa vuole dire dialogo e pace; deve impegnarsi non solo con le parole, ma nel concreto. Purtroppo, talvolta, alcuni usano un doppio linguaggio: la nostra religione (musulmana, ndr) dicono – è la religione della pace e della tolleranza . Ma bisogna leggere in maniera simbolica e mettere le cose nel contesto storico: oggi non si possono prendere le cose e attuarle alla lettera, perché il contesto è cambiato. Come noi facciamo con la Bibbia. Cè una interpretazione, unesegesi, e loro devono fare questo per la formazione nelle scuole e per la formazione di una nuova generazione, altrimenti lIslam non ha futuro: devono capire dove stanno andando. Dappertutto ci sono problemi, violenza e i cristiani vanno via. E dopo questi jihadisti andranno ad uccidere i loro fratelli. Già lo fanno. Penso che il mondo musulmano sta vivendo una crisi.
D. – Il mondo musulmano che è qui, però, allincontro di SantEgidio parla con altre parole: chiede lincontro, ripudia la violenza
R. – Non sono realisti! Devono avere il coraggio di dire le cose come sono e cercare soluzioni. Loro devono imparare dalla nostra esperienza: se lIslam vuole essere accettato e avere un avvenire, deve essere aggiornato. Oggi, con questa mentalità, con questa ideologia che combatte la vita e la cultura, il realismo dovè?
D. – Però oggi lIslam dellIs come lo si ferma?
R. – E appoggiato da tanti: dunque hanno soldi, tanti soldi; hanno armi sofisticate; hanno molti militari. Da dove vengono? Perché? Cosa vogliono? Cosa hanno fatto i cristiani? I cristiani del Medio Oriente hanno contribuito molto, molto, alla cultura araba e musulmana. Bisognerebbe rieducare la gente a vivere insieme, in convivenza, con responsabilità, con rispetto. La cittadinanza? Non cè! Quello che adesso gioca di più è la religione! La prima religione, la seconda o la terza religione E questo non è giusto!
D. – La Stato iracheno come si comporta nel proteggere i suoi cittadini cristiani? Ritiene davvero che ci sia bisogno di una protezione internazionale?
R. – Ci vuole un intervento militare internazionale, prima di tutto. Il governo centrale è incapace, perché adesso non controlla che la metà del Paese: controlla Baghdad e il sud; ma Mosul, Ramadi, il Kurdistan? Cè un esercito di professionisti, ci sono tante milizie Tutto è settario. LIs è uno Stato molto forte, ben preparato e hanno le armi Non possiamo riuscire da soli!
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