IRAQ – ( 11 Giugno 2015 )

Msf: drammatica la crisi in Iraq, serve intervento umanitario

Combattenti anti Is – AFP

“L’Iraq sta attraversando la peggiore crisi umanitaria degli ultimi decenni”. Lo denuncia l’organizzazione Medici Senza Frontiere (Msf) che sta soccorrendo migliaia di persone in fuga dalle zone centrali e settentrionali del Paese.  Coinvolti principalmente i governatorati di Anbar, Ninewa, Salah Al-Din, Kirkuk e Diyala Intanto sul terreno la guerra contro il sedicente Stato Islamico non si arresta, anche oggi decine le vittime. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente a Baghdad Fabio Forgione capo missione di Msf in Iraq:

R. – I nostri fronti operativi sono aperti soprattutto in quelle aree che sono state da poco liberate e che quindi presentano i bisogni più acuti, dove migliaia di famiglie sono ancora bloccate e non hanno piena assistenza e accesso alle cure sanitarie.

D. – Parlate di una crisi umanitaria estremamente grave: qual è la situazione?

R. – Tre milioni di profughi, un numero che sicuramente aumenterà, dato che in molte aree del Paese densamente popolate dovranno affrontare delle battaglie, e saranno costretti a scappare. Quindi potremmo anche ritenere che verso la fine del 2015 ci saranno quasi 5 o 6 milioni di profughi.

D. – Parliamo di profughi interni o esterni al Paese?

R. – Principalmente di profughi interni. Non dobbiamo dimenticare che l’Iraq già ospita 250.000 rifugiati siriani che – ovviamente – oggi come oggi,  considerando la guerra civile che continua ad imperversare in Siria, non hanno nessuna possibilità di tornare a casa.

D. – Come vede la popolazione  la vostra presenza?

R. – Oggi l’Iraq sta affrontando una crisi umanitaria di proporzioni enormi… La popolazione vuole vedere attori internazionali che possano anche portare sollievo alle loro sofferenze: parliamo di intere famiglie estremamente traumatizzate, che hanno vissuto, direttamente o indirettamente, eventi di grande violenza, e che quindi hanno bisogno di un supporto sociale e di assistenza umanitaria.

D. – Qual è lo stato di queste persone che incontrate, che cosa vi dicono e di cosa hanno bisogno?

R. – Hanno bisogno di tutto. Ovviamente parliamo di una situazione dove il conflitto continua; hanno bisogno non soltanto di cure sanitarie ma anche di alloggi: tutti i principali bisogni primari devono essere coperti. Quello che, nella maggior parte dei casi, la popolazione che incontriamo ci dice, è che si trova in una situazione di paura e di grande sconcerto, non avendo nessuna certezza di quello che potrà avvenire nel futuro.

D. – Siete entrati in contatto con i gruppi tribali, ma anche con i jihadisti del sedicente Stato Islamico?

R. – Non operiamo nelle zone che sono controllate dallo Stato Islamico, perché non esistono, al momento, garanzie di sicurezza anche minime che possano permettere una naturale presenza delle nostre squadre.

D. – Cosa serve dunque?

R. – È necessaria una mobilitazione generale da parte della comunità internazionale e delle organizzazioni umanitarie, in modo almeno da coprire i bisogni primari di questa popolazione.

Il testo originale e completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2015/06/11/msf_drammatica_la_crisi_in_iraq_serve_intervento_umanitario/1150769

 

 
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