IRAQ – (19 Luglio)

Iraq: a Kirkuk conferenza interreligiosa per un " nuovo Iraq"

Si è tenuta ieri a Kirkuk la conferenza sul tema “Insieme rinforziamo la convivenza in Iraq”, presieduta da mons. Sako, arcivescovo della città. “La chiusura è segno di morte mentre l’apertura è indice di crescita ed integrazione. Ciascuno deve iniziare questo lavoro – ha ribadito mons. Sako nel corso dell’incontro – a partire da sé e con il desiderio di ricostruire”. L’evento è stato organizzato dall’arcivescovado cattolico in collaborazione con l’Associazione per i popoli minacciati di Erbil (Kurdistan) e hanno partecipato circa 150 fra leader religiosi e politici delle comunità cristiane, musulmane di etnia curda, araba, turcomanna, caldea assira yazida, mandea. Insieme è stato analizzato il tema della convivenza su un piano sociale, educativo, psicologico e religioso. “L’Iraq – ha affermato mons. Sako – è formato da vari gruppi, che costituiscono un mosaico di culture e civiltà, religioni, sette e linguaggi con più facce e colori. Tutti portano con sé un patrimonio, che lega in profondità l’uno all’altro. Il Paese ha ora bisogno di un modello culturale e sociale che promuova l’unità attraverso il pluralismo, la tolleranza e la convivenza armoniosa fra le varie religioni ed etnie. Secondo l’arcivescovo – riporta l’agenzia AsiaNews – ognuno deve contribuire a questo lavoro “ con il desiderio di ricostruire l’Iraq”. Le religioni devono perciò “ conoscersi e imparare a vivere insieme” per “agire in modo positivo” “smantellando il clima di odio e incoraggiando una partecipazione responsabile della popolazione”. La politica, dal canto suo, dovrebbe promuovere l’unità, distinguendosi dal culto: gli odii del Paese sarebbero, infatti, causati da un’eccessiva “ politicizzazione della religione”. C’è allora la necessità di spingere i politici a creare una costituzione che garantisca diritti e doveri uguali per tutti. Infine mons. Sako si è soffermato sul sistema educativo: è importante eliminare dai programmi scolastici espressioni che invitano all’odio e alla discriminazione di un gruppo religioso rispetto all’altro. (G.I.)

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