IRAQ – (21 Dicembre)

MONSIGNOR SAKO BENEDICE IL MONUMENTO COMMEMORATIVO DEI MARTIRI IN IRAQ

Una celebrazione inaugura il memoriale di tutti i cristiani morti durante l’intervento americano

KIRKUK, mercoledì, 21 dicembre 2011 (ZENIT.org) – In concomitanza con la quarta domenica di Avvento, il 18 dicembre, si è svolta la cerimonia con cui l’arcivescovo di Kirkuk, monsignor Louis Sako, ha benedetto il monumento che commemora i 36 martiri cristiani della città, nel nord dell’Iraq.

Il memoriale reca impressi i nomi di tutti i cristiani scomparsi durante gli otto anni di guerra civile seguita all’intervento americano del marzo 2003 – l’operazione Iraqi Freedom – che ha deposto il dittatore Saddam Hussein e scatenato un sanguinoso conflitto interno che è costato la vita a 4500 soldati americani e a oltre 100mila irakeni.

Il monumento, definito dal monsignor Sako una “testimonianza dell’ecumenismo che contraddistingue questa città multietnica e al centro di lotte per il potere”, vede nella sua parte superiore una statua del Sacro Cuore di Gesù, patrono della cattedrale di Kirkuk, “con le braccia aperte”, in un gesto di accoglienza verso i fedeli, in modo da “benedire e infondere coraggio alle famiglie” delle vittime della guerra.

Durante la cerimonia, monsignor Sako ha sottolineato, inoltre, che “il sangue dei martiri è prezioso” e costituisce un “invito alla riconciliazione per tutti gli irakeni”, soprattutto in queste settimane in cui si va completando il ritiro delle truppe statunitensi dal Paese.

“Stiamo vivendo la veglia di preparazione al Natale – ha aggiunto l’arcivescovo – che annuncia la pace in terra per tutti gli uomini di buona volontà”. Per questo, conclude, “noi cristiani siamo chiamati a diventare un ponte” che sia in grado di “unire tutte le culture”.

Alla celebrazione di commemorazione dei martiri cristiani hanno partecipato anche cinque medici di origine italiana, arrivati nel nord dell’Iraq per una missione umanitaria portata avanti proprio da monsignor Sako.

La missione è finalizzata alla cura di un gruppo di ammalati, senza distinzioni di fede religiosa professata, in segno di “solidarietà dei cristiani a tutta la cittadinanza” come dichiarato, in proposito, dall’arcivescovo.

(Fonti: Asia News; Radio Vaticana)

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