IRAQ – (9 Dicembre)

Iraq: aumentano gli attacchi contro le minoranze religiose

In Iraq, mentre decresce il tasso di violenza complessiva, aumentano invece gli attacchi, le intimidazioni e la discriminazione verso le minoranze religiose, fra le quali i cristiani. Per questo urge una specifica legge “anti-discriminazioni”. E’ quanto afferma un nuovo rapporto dell’Ong  “Minority Rights Group International”, che compie un monitoraggio sulle minoranze etniche, culturali  e religiose nel mondo. Nonostante i progressi nella stabilità interna “le minoranze si sentono  escluse dalla vita pubblica del nuovo Iraq”, nota il rapporto, inviato all’Agenzia Fides.  Il Documento conferma il fenomeno dell’emigrazione, che sta decimando le comunità minoritarie, al punto che molte rischiano di scomparire del tutto. Nota inoltre che, in un clima generale di  discriminazione ed emarginazione, le minoranze in Iraq registrano difficoltà nell’accesso  all’occupazione, all’istruzione e alla sanità. Sebbene la violenza nel 2011 sia leggermente  inferiore rispetto al 2010 – nota il testo – ci sono stati diversi attacchi contro le chiese;  un attacco a un partito politico turkmeno; ripetuti rapimenti e omicidi di membri dei gruppi  religiosi mandei, yezidi. Secondo il Rapporto continuano a essere presi di mira esercizi  commerciali di beni o servizi ritenuti “non islamici”, come negozi di liquori.  Il Rapporto ricorda l’episodio emblematico della sofferenza delle minoranze: l’attacco suicida  contro una chiesa di Baghdad nell’ottobre 2010, che ha fatto 56 morti e ha portato più di 1.000  famiglie a fuggire. Oltre ai tre gruppi maggioritari (musulmani sciiti, sunniti e curdi),  in Iraq vivono comunità di armeni, caldei, siriaci, assiri, circassi, baha’i; vi sono inoltre piccoli gruppi di sabei, mandei, shabak, turcomanni, yazidi, ebrei e palestinesi.  In tutto tali minoranze rappresentano meno del 5 per cento della popolazione irachena ma,  secondo l’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), costituiscono il 20% dei profughi.


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