In Libia sostegno alloffensiva del generale Khalifa Haftar
Libia nel caos. Sospeso il Parlamento fino a nuove elezioni, compresa quella del nuovo premier. Intanto Le forze speciali hanno espresso solidarietà all’operazione del generale Khalifa Haftar che venerdì ha sferrato un’offensiva contro gruppi islamisti a Bengasi. Scontri anche a Tripoli. Appelli per la cessazione delle violenze dallUe, mentre è allerta nella ambasciate. Antonella Palermo ha intervistato Mark Innaro corrispondente Rai dal Cairo ed esperto dellArea.
R. – Vista dallEgitto la situazione libica, in qualche modo, riflette quello che è accaduto nellultimo anno anche al Cairo. Siamo di fronte ad uno scontro tra due anime che si ritrovano allinterno del mondo arabo: unanima minoritaria ma molto forte dal punto di vista militare ed anche economico, ovvero lala jihadista, islamista, integralista. Unala che approfittando del caos, dellinstabilità seguita al rovesciamento di tanti regimi nel Nord Africa, a cominciare dallEgitto ed ovviamente dalla Libia, tenta di assumere il comando e di impossessarsi anche dei mezzi di produzione. Ricordo che la Libia vive su una massa enorme di petrolio, i cui proventi fanno ovviamente gola a tutti. Dallaltra cè la maggioranza silenziosa di questi Paesi nordafricani che, in qualche modo, vede con grande preoccupazione lemergere di questi gruppi integralisti islamisti. Dopo lubriacatura degli anni rivoluzionari, non vuole altro che stabilità sicurezza ed ordine.
D. – Uno scenario questo già visto in altri Paesi arabi
R. – E accaduto in Egitto dove lex capo di stato maggiore, ex ministro della Difesa, il generale al-Sisi, si appresta tra pochi giorni a diventare il successore del presidente egiziano islamista Mohamed Morsi, rovesciato proprio da generale. In Libia cè un Sisi libico; gli è già stato attribuito questo soprannome, ed è il generale Khalifa Haftar che – dettaglio di non poco conto – è stato per 20 anni in esilio negli Stati Uniti e la sua abitazione si trovava a cinque chilometri dallingresso del quartier generale della Cia, a Langley in Virginia.
D. – Chi è il generale Haftar alla guida di questo gruppo paramilitare?
R. – Il generale Haftar è noto per il profondo odio per lislamismo radicale che ha sferrato un attacco a Bengasi. Il generale libico Haftar comanda un esercito nazionale – autoproclamatosi esercito nazionale libico – molto bene organizzato ed evidentemente sostenuto anche da potenze straniere. Possiamo immaginare che ci sia un aiuto diretto o indiretto, oltre che degli americani, anche dallEgitto che vede con grande preoccupazione questa perdurante instabilità, questo perdurante caos alle proprie frontiere. Tutto però lascia pensare che in queste ore si stiano saldando con il generale Haftar altre forze, come quelle per esempio delle potenti milizie anti islamiche di Zintan.
D. – Chi sono i miliziani di Zintan?
R. – Guerriglieri che hanno partecipato al rovesciamento del regime di Gheddafi e che odiano profondamente le milizie islamiche che, in qualche modo, sono al potere in questi mesi a Tripoli e che hanno saldato le proprie azioni con quelle del generale Haftar. Sono state proprio le milizie di Zintan ad attaccare ieri il parlamento e ad aver dichiarato congelate le attività dellattuale parlamento libico fino a nuovo ordine.
D. – Si possono dunque ipotizzare anche profondi mutamenti nellassetto politico libico?
R. – Tutto lascia credere che ci siano in corso nuovi equilibri, nuovi assestamenti nel disastrato Paese nordafricano che potrebbero avere anche conseguenze molto importanti. Ricordo che il flusso dei migranti dalla Libia è anche frutto dellinstabilità politica e del caos del Paese.
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