PAKISTAN – ( 1 Settembre )

Pakistan. La piccola Rimsha resta in prigione: “Sta male, deve essere liberata”


In Pakistan. Rinviata a lunedì la decisione del tribunale di Islamabad in merito al rilascio su cauzione per Rimsha Masih. La ragazzina cristiana, affetta da sindrome di down, accusata di blasfemia, in carcere dal 16 agosto. L’ennesimo rinvio si colloca in un clima di altissima tensione e di violenze nei confronti di cristiani e minoranze religiose ad opera di estremisti islamici. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con il cattolico pachistano Mobeen Shahid, docente di pensiero e religione islamica alla Pontificia Università Lateranense e fondatore “dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia”, realtà voluta dal ministro cattolico per le minoranze pakistano, Shahbaz Bhatti, ucciso da fondamentalisti islamici nel 2011:RealAudioMP3

D. – Rimsha è in carcere dal 16 agosto. Quali sono le sue condizioni?

R. – Speriamo che possa essere al più presto liberata. Proprio stamattina, parlando con l’avvocato Tahir Naveed Chaudry, ho saputo che Rimsha sta molto male, stando lontana dai genitori, dal suo ambiente naturale, normale, dove quotidianamente vive con le sue abitudini. Rimsha, che è una bambina – teniamo presente – tredicenne, con disabilità mentale, comincia a stare molto male, dopo oltre due settimane di prigione.

D. – Il tribunale continua a rinviare però la decisione sul suo rilascio su cauzione. Come valutare queste decisioni?

R. – In un certo senso questo rinvio è positivo, perché la Corte vuole annunciare la propria sentenza con la maggiore prudenza possibile. Ma, d‘altra parte, è controproducente, perché l’avvocato di Ahmad, il giovane ragazzo che ha accusato Rimsha di aver bruciato un testo sacro, dice che “se serve possono nascere altri Mumtaz Qadri”. Questo tipo di frase detta dall’avvocato dell’accusatore stimola odio ed anche fanatismo verso le minoranze religiose.

D. – Mumtaz Qadri, ovvero la guardia del corpo che uccise il governatore del Punjab nel 2011, perché secondo lui era contro la legge sulla blasfemia…

R. – Quando ha ucciso il governatore Tassir, musulmano – teniamo presente – che aveva parlato a favore di Asia Bibi, per un emendamento nell’applicazione della legge della blasfemia, e secondo Mumtaz Qadri – un poliziotto – la legge della blasfemia riguardava l’onore del profeta Mohammed e per questo non doveva essere assolutamente toccata. L’avvocato di Ahmad, citando Mumtaz Qadri, stimola il fanatismo e l’odio religioso verso i non musulmani in Pakistan.

D. – Circolano notizie sul fatto che l’avvocato di Rimsha sarebbe stato sostituito…

R. – Questa è una falsa notizia, perché fino a stamani era sempre Tahir Naveed Chaudry, parlamentare dell’Apma, All Pakistan Minority Alliance, a sostenere e proteggere la famiglia di Rimsha e la bambina stessa.

D. – A Mehrabadi, il villaggio di Rimsha, molte famiglie cristiane sono fuggite. Qual è la situazione?

R. – Questi cristiani, 600 cristiani, che sono fuggiti dal quartiere di Rimsha, non si fidano, nonostante le rassicurazioni, non sapendo quando il vicino potrà diventare un omicida. Hanno visto come la polizia locale non sia riuscita a bloccare le folle che hanno dato fuoco ad interi villaggi. E tenendo presente che i cristiani sono una minoranza anche in questa città e che a coloro che volevano continuare a vivere in quella zona, i negozianti, che vendevano generi di prima necessità, si sono rifiutati di vendere il cibo, come possono pensare di tornare questi 600 cristiani? Quando nello stesso quartiere anche i commercianti si rifiutano di vendere generi di prima necessità ai cristiani, solo perché la loro fede è diversa.

D. – Lei conosce personalmente Paul Bhatti, il consigliere del ministro per l’armonia. Lui ha parlato di strumentalizzazioni della vicenda. A cosa si riferisce?

R. – Conosco molto bene Paul e con il fratello Shahbaz ho lavorato per venti anni. E’ successo un fatto vergognoso. Su Internet girano campagne che richiedono soldi a nome del padre di Rimsha. Sono campagne false. Questi tipi di iniziative sono delle truffe, invitiamo a fare molta attenzione. L’unica campagna, che non chiede soldi, ma chiede adesioni, è “Salviamo Rimsha Masih” dell’Associazione dei pakistani cristiani in Italia e che sta avendo un grande successo in tutit i continenti ad esempio si sono iscritti 100 parlamentari italiani, alcuni vescovi e donne musulmane degli Emirati Arabi. Questa campagna servirà per fare un appello al presidente della Repubblica del Pakistan, per chiedere la liberazione di Rimsha, in quanto bambina innocente.

D. – Drammaticamente dal Pakistan in questi giorni giunge una cronaca fatta di violenze e uccisioni nei confronti dei cristiani bambini e adulti. Qual è la situazione?

R. – Le minoranze religiose in Pakistan sono perseguitate, quindi i cristiani in Pakistan sono perseguitati. La condizione dei pakistani cristiani, delle minoranze religiose, è peggiorata da quando è stato ucciso Shahbaz Bhatti, ministro federale per le minoranze, che in tutte le occasioni in cui si verificava una grande discriminazione nei confronti delle minoranze, andava sul posto per la loro difesa e seguiva lo sviluppo di ogni dettaglio. Ora, l’anno scorso ci sono stati quasi mille casi di conversioni forzate e di omicidi, mentre quest’anno sono quasi duemila. Il fratello di Shahbaz, assieme al ministro Akram Masih Gill, stanno facendo di tutto, ma non riescono in quanto il Pakistan oggi è vittima dell’estremismo, in nome della religione. In realtà, l’estremismo non è legato a nessuna religione, perché è un fenomeno trasversale.

D. – In Pakistan sconta l’ergastolo anche Asia Bibi, la donna cristiana madre di cinque figli, arrestata nel 2010, con l’accusa di blasfemia. Oggi quasi nessuno più ne parla…

R. – Anche Asia Bibi, che era una donna matura, dopo tutto quel tempo di isolamento in una cella, quasi due anni, sta molto male. Teniamo presente che Asia Bibi è stata accusata dalla prima Corte del suo Paese e l’appello è stato fatto dall’Alta Corte di Lahore. Si spera sempre che ci possa essere un’udienza, ma a causa della mancata sicurezza, finora non è stata mai ricevuta. Asia Bibi è ancora nella cella d’isolamento e aspetta di essere sentita dall’Alta Corte di Lahore.

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