PAKISTAN – ( 24 Luglio )

Pakistan. I diritti delle minoranze sono la sfida per il nuovo governo



Sono molte le sfide in materia di diritti delle minoranze che aspettano il nuovo governo pakistano – eletto nel maggio scorso – guidato da Nawaz Sharif, per uno sviluppo della democrazia e dello Stato di diritto nel Paese. A dirlo è l’ong Minority Rights che come ogni anno ha fatto pervenire alla Fides il suo rapporto sulla condizione delle minoranze etniche, religiose e culturali nel mondo. Una prima questione che l’esecutivo dovrà affrontare è quella della rappresentanza politica: se la presenza di cristiani o indù all’Assemblea nazionale è storicamente minima, la situazione di altri gruppi minoritari come gli ahmadi – che addirittura sono esclusi dalle elezioni – è ancora peggiore. Altra nota dolente riguarda la legge sulla blasfemia, spesso abusata e strumentalizzata per nascondere vendette personali o questioni relative alla proprietà, che negli ultimi anni ha fatto registrare un notevole aumento della violenza settaria. L’articolo più controverso riguarda la comminazione dell’ergastolo o della pena di morte per chi profana il nome di Maometto. C’è, poi, un preoccupante incremento della pratica dei matrimoni e delle conversioni religiose forzate, spesso legate alla violenza di genere e concentrate nelle province del Punjab e di Sindh. Infine, ma non per ultimo, il diffondersi dell’intolleranza religiosa attraverso i libri di testo scolastici, che abitua i bambini a considerare i non islamici come esseri inferiori che possono essere perseguitati. Oggi, AsiaNews segnala l’ennesimo caso di persecuzione contro i cristiani: Nazia Masih, infermiera cattolica che vive nel villaggio Padri Jo Goth nel deistretto di Sanghar, è stata minacciata di venire sfregiata con l’acido da Ghulam Muhammad, influente uomo politico della zona che intende sposarla e convertirla all’Islam con la forza. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per aver violentato diverse donne appartenenti a minoranze, tuttavia è rimasto impunito. A subire le sue minacce anche tutta la famiglia e il fidanzato della giovane, oltre a suor Maria Khurshid, direttrice dell’ospedale di santa Teresa a Mirpurkhas, molto vicino a Nazia. Sulla vicenda è intervenuto anche un sacerdote di Karachi, padre James John: “la ritengo una vergogna, tali fatti devono essere condannati con forza da tutta la società”. (R.B.)

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del sito Radio Vaticana
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