PAKISTAN – (6 Dicembre 2019)

Islamabad, 629 spose schiave vendute in Cina

L’Associated Press è riuscita ad avere i rapporti originali delle denunce. Funzionari sotto anonimato denunciano pressioni del governo pakistano per bloccare le indagini che rovinerebbero il “redditizio” legame con Pechino. Gli intermediari guadagnano fino a 58mila euro per ogni sposa venduta, ma alle famiglie ne vengono dati solo 1.160 circa.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 629 ragazze pakistane vendute come spose schiave a mariti cinesi: è il numero ufficiale del recente fenomeno del traffico di donne dal Paese dell’Asia meridionale verso il gigante cinese. Lo rivela un’inchiesta di Associated Press, che è riuscita ad avere i rapporti originali delle denunce presentate fin dal 2018.

Tuttavia, secondo gli investigatori, il fenomeno dovrebbe essere di proporzioni molto più estese, se solo le autorità giudiziarie avessero continuato a registrare le querele allo stesso ritmo dei primi mesi. Dopo un primo slancio investigativo, si registra una progressiva battuta d’arresto nella registrazione dei casi. Persone “informate dei fatti” motivano tale contrazione per le pressioni e le ingerenze da parte del governo di Islamabad. Esso infatti avrebbe esercitato la propria influenza per frenare le indagini in modo da non danneggiare il “redditizio” legame con Pechino.

A riprova di ciò, sarebbe il proscioglimento di 31 cinesi in un unico caso di traffico di esseri umani, liberati dal tribunale di Faisalabad a ottobre. Secondo alcuni familiari delle vittime, che parlano sotto anonimato, le vittime accusatrici avrebbero in seguito rifiutato di testimoniare contro i propri aguzzini a causa di minacce o per compensi ricevuti per mantenere il silenzio.

Lo scandalo delle donne cristiane e musulmane schiave del sesso per mariti cinesi è emerso a metà 2019. L’elevato numero di vittime coinvolte in questo nuovo mercato di esseri umani rivela la presenza di organizzazioni ramificate in Pakistan e Cina. Il “successo” dei matrimoni combinati è assicurato dalla complicità di pastori che celebrano le nozze e intermediari che fungono da procacciatori di vittime e da traduttori. In generale, le ragazze sono vendute come spose e poi costrette a soddisfare i piaceri sessuali dei mariti o usate per il traffico di organi.

Le “prescelte” sono in particolare ragazze provenienti poverissime e analfabete, incapaci di riconoscere il pericolo e le pratiche seduttive dei trafficanti. Alcune intravvedono nel “sogno cinese” la risoluzione a tutti i loro mali: indigenza, famiglie assenti, relazioni sentimentali fallite in precedenza. Una fonte anonima rivela tuttavia che, alla fine dei conti, il vantaggio economico per le famiglie non è poi così rilevante. “Gli intermediari cinesi e pakistani – afferma – guadagnano per ogni sposa da 4 a 10 milioni di rupie [da 23mila a 58mila euro, ndr], ma solo 200mila [1.160 euro circa] vengono date alle famiglie”.

Un altro funzionario aggiunge: “Nessuno sta aiutando queste ragazze. Il racket continua ed è in aumento. Perché? Il motivo è che essi sanno che possono cavarsela. Le autorità non porteranno a termine i procedimenti, a tutti viene chiesto di non indagare. La tratta ora sta aumentando”.

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.asianews.it/notizie-it/Islamabad,-629-spose-schiave-vendute-in-Cina-48742.html

condividi su