Primavera araba, meno libertà religiosa
La “Primavera araba” non ha portato più libertà religiosa e meno conflitti. Anzi. Un nuovo studio del Pew Research Center dimostra che il livello di restrizioni in questo settore, già altissimo nella regione considerata, è andato crescendo nel 2011
Allinizio della primavera araba, nel 2010 e nei primi mesi del 2011, molti leader mondiali fra cui Barack Obama hanno espresso la speranza che i sommovimenti politici nel Medio Oriente e in Africa settentrionale portassero a una maggiore libertà per i popoli interessati, e minori restrizioni nella pratica dellaattività religiosa. Ma un nuovo studio del Pew Research Center dimostra che il livello di restrizioni in questo settore, già altissimo nella regione considerata, è andato crescendo nel 2011 sia come risultato della politica dei governi della zona, sia a causa di fenomeni di ostilità sociale.
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Prima della primavera araba, le restrizioni governative sulla religione e lostilità sociale relativa alla religione erano più alte in Africa del Nord e in Medio Oriente che in ogni altra regione del mondo. La situazione è peggiorata, in maniera tale che il numero di nazioni che hanno conosciuto violenze religiose o settarie è passato da cinque a dieci. Egitto, Arabia Saudita, Iran sono ai primi tre posti nel settore delle restrizioni governative , seguiti da Cina, Indonesia e Maldive. Il Pakistan invece guida la classifica relativa allostilità sociale. I cristiani sono maltrattati in 145 Paesi, e i musulmani in 129. I buddisti sono quelli meno perseguitati: solo in 23 Paesi.
Il testo completo si trova su:
http://www.lastampa.it/2013/06/21/blogs/san-pietro-e-dintorni/primavera-araba-meno-liberta-religiosa-c95c3snzEbfoKlDqqy8m8I/pagina.html