Radicalismo islamico: il vero nemico dell’umanità
Il problema è capire bene che il dialogo senza il coraggio di dire la verità, non è più un dialogo, ma un compromesso e una connivenza
Milano, (Zenit.org) Padre Piero Gheddo, PIME |
Con questo titolo Il vero nemico dellumanità, domenica 31 agosto mons. Bruno Forte, nella prima pagina de Il Sole 24 ore ha lanciato un forte grido dallarme sul diffondersi dellestremismo islamico, che questa volta si presenta col nome di Califfato. Prima cerano i Fratelli musulmani, i Talebani, Al Quaida, Boko Aram e tanti altri locali, che continuano a vivere e soffiare sul fuoco. La sostanza è sempre la stessa: cè un nemico mortale delluomo (anzi, il vero nemico) che si aggira per il mondo e noi italiani non ne abbiamo ancora preso vera coscienza. Non è solo anti-cristiano e anti-occidentale, ma contro lumanità intera, contro gli stessi musulmani, pur ispirandosi allislam puro e duro e alla storia islamica: è lestremismo radicale, il terrorismo, la guerra santa.
Mons. Forte scrive: Minimizzare la gravità della situazione sarebbe da irresponsabili. Ridurre i problemi a semplici conflitti locali non ha fondamento nella realtà. La verità è che il nuovo nemico dell’umanità è più che mai il fondamentalismo, che non va assolutamente confuso con le forme dell’Islam autentico e con le aspirazioni alla pace e alla giustizia che pervadono il cuore e l’impegno di tanti musulmani. Larcivescovo di Chieti-Vasto richiama le parole di Papa Francesco con i giornalisti, sullaereo da Seul a Roma: Ha parlato della situazione irachena e della necessità di fermare l’aggressore ingiusto con un impegno multilaterale promosso dall’Onu. Il Pontefice ha denunciato la crudeltà inaudita dei mezzi bellici non convenzionali e della tortura, impiegati dai jihadisti, constatando: Siamo nella Terza guerra mondiale, ma a pezzi.
Poi ha spiegato i caratteri assolutamente disumani delle ideologie fondamentaliste, partendo da unaffermazione di Gesù quando rimprovera l’ipocrisia degli scribi e dei farisei che si ferma all’esteriorità, trasgredendo le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà (Mt 23,23). Queste le tre idee chiave che il fondamentalismo snatura, fino a rovesciarle nel loro contrario, idee su cui occorre convergere per opporre alla barbarie e alla violenza cieca un impegno autentico al servizio della pace per tutti.
Ho parlato dellarticolo di Forte con due missionari del Pime, uno nel Nord Camerun (ai confini con la Nigeria) e laltro a Zamboanga nellisola di Mindanao nelle Filippine, cioè in luoghi direttamente minacciati da questo vero nemico delluomo. Uno mi ha detto: Sono cose che noi diciamo almeno da dieci anni e laltro: Ho fatto un po di vacanza e di cure e adesso ritorno a casa (ha detto davvero così perchè quello è ormai il suo popolo), ma mi pare che per voi italiani questo non avete coscienza di questo islam radicale che minaccia tutti. In Italia cè qualche difficoltà a chiamare con il loro nome i massacri sistematici che avvengono nei territori controllati dal Califfato.
Il card. Kurt Koch, parlando del Califfato e del terrorismo islamico, ha scritto sullOsservatore Romano: Non si capisce perché alcune cose vengano chiamate Shoah e per questo non venga usato lo stesso termine, che dice di una spaventosa e dissennata ideologica violenza contro laltro, semplicemente perché ha una posizione religiosa diversa dalla propria. Con il termine Olocausto si indica il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d’Europa e, per estensione, lo sterminio nazista di tutte le categorie ritenute “indesiderabili, che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni.
LOlocausto, in quanto genocidio degli ebrei e identificato con il termine Shoah (“catastrofe”, “distruzione”), fu lo sterminio di circa i due terzi degli ebrei dEuropa, fra i 5 e i 6 milioni di ogni sesso ed età. Nellinformare, denunziare e protestare per i massacri compiuti dai criminali del Califfato vestiti di nero e incappucciati si usano termini meno tragici e decisivi, per una condanna senza se e senza ma.
Ma il problema non sono le parole e anche le firme di condanna fatte da rappresentanti dellislam in Italia. Loro fanno quel che possono, sapendo bene che se vanno oltre rischiano la vita. Il problema, al nostro livello di cristiani che considerano i musulmani in Italia fratelli e sorelle da aiutare, è il dialogo, parola magica che la Chiesa post-conciliare ha accolto e praticato in ogni paese; anche in Italia, la maggioranza delle diocesi e parrocchie hanno i loro gruppi di dialogo con i fedeli dellislam. E una buona premessa, accompagnata dallaiuto concreto per le loro necessità, per una vicendevole comprensione e integrazione. Il vero problema è di capire bene che il dialogo senza la verità e il coraggio di dire la verità, non è più un dialogo, ma un compromesso e una connivenza.
Perché dico questo? Perché siamo tutti convinti che la guerra contro lestremismo islamico violento peggiora le situazioni e che il radicalismo danneggia anzitutto i popoli stessi che credono nel Corano. Le prime vittime sono loro. Se i circa trenta paesi a maggioranza islamica non si sviluppano è perché sono bloccati da questa ideologia disumana, che usa violenza anzitutto contro i musulmani stessi, toglie loro la libertà di ragionare e di decidere, tiene le donne in posizione di perenne inferiorità e usa le immense ricchezze del petrolio non a favore dei popoli stessi, ma per continuare a diffondersi e blindare le catene di una schiavitù di cui non si vede la fine.
Mons. Bruno Forte si augura, come rimedio, una presa di posizione interreligiosa, più che mai necessaria, di denunzia ferma e senza appello allintegralismo fondamentalista. Ottimo, ma tutto questo bisogna portarlo alla base, con un autentico dialogo fra cristiani e musulmani, che possa essere utile ad ambedue i popoli e alla comune ricerca di pacifica convivenza fondata sulla verità, la giustizia e lamore, cioè laiuto, la solidarietà.
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(Articolo tratto dal blog “ARMAGHEDDO“. L’attualità vista da padre Piero Gheddo, missionario-giornalista”. L’indirizzo del sito ufficiale di padre Gheddo è http://www.gheddopiero.it/)
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