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SAHEL – (3 Febbraio 2021)

Il rapporto. Caritas: «Fame, clima e jihadisti stanno uccidendo il Sahel»


Paolo M. Alfieri mercoledì 3 febbraio 2021
Niger, Mali e Burkina Faso, in particolare, sono al centro di una vera catastrofe umanitaria. Nel solo 2020 sono stati 5mila i morti, più di 1,4 milioni gli sfollati interni
Il Niger è tra i Paesi più colpiti nel Sahel da fame e terrorismo

Il Niger è tra i Paesi più colpiti nel Sahel da fame e terrorismo – Ansa

«Sulla maggior parte del territorio lo stato non ha mai avuto alcun controllo, è completamente in mano ai miliziani: le donne non possono neppure andare a fare legna fuori dal villaggio. La sicurezza fisica di tutti è svanita, l’autodifesa è una necessità». Parla così il 23enne Eduard, attivista e volontario per un’associazione benefica nella capitale del Mali, Bamako, riflettendo sulla situazione dei giovani maliani suoi coetanei e del contesto sociale in cui vivono.
La sua testimonianza è contenuta nell’ultimo dossier di Caritas italiana dedicato alla crisi nel Sahel, una regione negli ultimi anni devastata da estremismi, cambiamenti climatici e lotta per l’accaparramento delle risorse. Niger, Mali e Burkina Faso, in particolare, sono al centro di una vera catastrofe umanitaria. Nel solo 2020 sono stati 5mila i morti, più di 1,4 milioni gli sfollati interni, 3,7 milioni le persone piombate nell’insicurezza alimentare. Di tutto questo, il rapporto Caritas dà ampiamente conto attraverso testimonianze e analisi e mettendo in luce come molte delle dinamiche conflittuali in corso partano da un bene sempre più prezioso e raro: la terra.
«La crisi ambientale si è mutata in alimentare, per poi farsi sociale ed economica, etnico-religiosa, e infine umanitaria, compiendosi così in una grave forma di degrado umano, esteriore perché anzitutto interiore – si legge nello studio –. Vittime di attacchi di matrice terroristica, centinaia di migliaia di famiglie stanno abbandonando le loro case e attività in vaste regioni che gli stati non controllano da tempo. Un’emergenza umanitaria, grave da anni e fuori controllo da mesi, risultato di un complesso di fattori storici come recenti, internazionali come nazionali, economici come religiosi». La galassia jihadista ha gioco facile nel riempire il vuoto di potere di questi territori. «Lo Stato Islamico nel Grande Sahara prende come bersaglio i civili nel 45% dei casi. Utilizza la violenza per tassare le comunità locali e semina desolazione e distruzione sul suo cammino», sottolinea padre Mauro Armanino, missionario Società Missioni Africa in Niger.
Caritas Italiana è impegnata in Burkina Faso da oltre un decennio in collaborazione con Ocades-Caritas Burkina Faso. Negli ultimi anni si è focalizzata sulla risposta umanitaria (soprattutto per quanto riguarda la sicurezza alimentare in favore degli sfollati), sul rafforzamento della resilienza e lo sviluppo delle comunità vulnerabili, sulla promozione della coesione sociale e della pace. Tutti fattori cruciali per riuscire a cambiare il destino di una regione che ha bisogno di ripensare il suo futuro.

© Riproduzione riservata

Il testo originale e completo si trova su:

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/caritas-rapporto-sahel

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