SINAI/IS – ( 1 Luglio 2015 )

Egitto

L’Is attacca nel Sinai: oltre 70 morti
 
 
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È un’offensiva in grande stile quella lanciata oggi dai jihadisti dello Stato islamico (Is) che “a centinaia” hanno attaccato numerose postazioni dell’esercito egiziano nella penisola del Sinai, all’indomani del primo anniversario della destituzione del presidente islamico Mohammed Morsi da parte dei militari.

Secondo fonti mediche e di sicurezza, nelle violenze sono rimati uccisi 36 fra soldati e civili, mentre i jihadisti morti sarebbero 38.

La stessa filiale egiziana del Califfato ha subito rivendicato la raffica di attacchi avvenuti simultaneamente ad Arish, capoluogo del Sinai, a Rafah e a Sheik Zueid affermando di aver “colpito 15 obbiettivi”.

«Sventolano bandiere dell’Is». Testimoni terrorizzati riferiscono che la cittadina di “Sheikh Zuweid è nella mani dei jihadisti, che sfilano per le strade a bordo di auto con le armi, issando le bandiere nere dell’Isis”. E aggiungono: “Non possiamo scappare perché i jihadisti hanno minato le strade in entrata e uscita. L’esercito ci aiuti”. La situazione in questa città è molto confusa, l’emittente qatariota citando fonti locali ha affermato che “uomini armati dell’Is si sono posizionati in diverse strade della città”.

Al Ahram, principale giornale governativo, riferisce di “almeno 20 morti e una trentina di feriti” negli scontri nella sola città di Sheik Zueid, dove il commissariato di polizia “è assediato” dai jihadisti. In un primo momento Il Cairo aveva cercato di minimizzare parlando di una decina di morti.

Mine nel capoluogo Arish. Secondo le fonti di al-Jazeera, lo stesso capoluogo Arish sarebbe in pericolo: “I jihadisti hanno seminato mine in tutte le strade a ovest della città per bloccare i rinforzi” alle forze governative in arrivo dal Cairo. Da parte sua, un portavoce dell’esercito egiziano ha ammesso che “una settantina di terroristi hanno attaccato cinque postazioni dell’esercito con missili anti-aerei”. Circostanza confermata anche da fonti locali citati da al-Jazeera, secondo le quali “i jihadisti islamici per la prima volta hanno fatto ricorso a missili ed a armamenti pesanti”.

Esplosioni anche a Rafah. Due esplosioni sono state udite nella città egiziana di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza, nel Sinai del nord. Lo hanno riferito fonti della sicurezza e testimoni. In seguito all’ondata di attacchi, Israele ha rafforzato le misure di sicurezza lungo la frontiera con l’Egitto e ha chiuso i valichi di Nitzana (verso la penisola) e di Kerem Shalom, all’estremità meridionale della Striscia di Gaza.

Blitz al Cairo: uccisi 9 uomini armati. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in un appartamento in un sobborgo del Cairo e ucciso nove uomini “armati”, tra cui Nasser al-Hafi, noto giurista dei Fratelli Musulmani ed ex parlamentare. Il gruppo, secondo fonti della sicurezza, stava progettando un attentato. L’appartamento in cui è avvenuto il blitz è situato a Città del 6 ottobre, a sud ovest della capitale, dove martedì due bombe sono esplose davanti a un
commissariato uccidendo almeno tre persone.

Il premier: «Siamo in guerra».
“L’Egitto è in stato di guerra” ha affermato il premier Ibrahim Mahlab precisando che in giornata la presidenza della Repubblica approverà alcune misure anti terrorismo. Mahlab ha poi osservato un minuto di silenzio in ricordo di Hisham Barakt, il procuratore generale assassinato lunedì in un attentato al Cairo e per i “martiri” uccisi oggi in Sinai.

La solidarietà della Farnesina. “L’Italia è vicina al popolo e al governo egiziano di fronte ai gravissimi attacchi terroristici che hanno provocato decine di vittime”. Lo riferisce la Farnesina in una nota. “L’Egitto – si legge ancora – è un pilastro di stabilità nella regione e l’escalation della minaccia terroristica non riuscirà a piegare la determinazione del popolo e del governo”

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Il testo originale e completo si trova su:

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/is-sferra-attacco-sinai.aspx

 
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