SIRIA – ( 24 Febbraio 2015 )

Terrorismo

Siria: Is brucia chiesa, 90 cristiani rapiti
 
 

 

(Foto Twitter)

 

 

Sono almeno 90 i cristiani caldei rapiti dai miliziani dell’Isis che hanno bruciato una delle chiese più antiche della Siria sulle colline nel nord-est del Paese, dopo un assalto a due villaggi nella provincia di Hassakeh. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo il sito del settimanale americano Newsweek e secondo quanto confermato dall’agenzia di stampa siriana Sana, gli jihadisti hanno dato alle fiamme la chiesa cattolica di Tal Hermez, una delle più antiche del Paese, e chiederebbero il rilascio di loro prigionieri in mano ai peshmerga curdi per la liberazione degli ostaggi, minacciando altrimenti di ucciderli. L’attacco è iniziato all’alba di lunedì con l’irruzione in un villaggio nei pressi di Tell Tamer, nell’area di Al-Hasakah in cui vice una nutrita minoranza assiro-caldeo-siriaca. Le donne e i bambini sono stati radunati in una zona del villaggio presidiata dagli jihadisti mentre gli uomini sono stati trasferiti nelle montagne di Abd al-Aziz.

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Il vescovo Mar Aprem Athnie ha lanciato un nuovo allarme: è a rischio la vita dei cristiani di 35 villaggi.
L’Archimandrita ha detto che i terroristi hanno circondato due villaggi del governatorato di Hassaké (al confine con l’Iraq): Tel Shamiram e Tel Hormizd. Decine di famiglie sono state fatte prigioniere: 50 di Tel Shamiram, 26 di Tel Gouran e 28 di Tel Jazira, mentre altri 14 giovani (12 uomini e 2 donne) sono tenuti in ostaggio dai miliziani sunniti.

Il vescovo Mar Aprem Athniel, dalla sua diocesi del luogo, conferma all’Archimandrita che l’Is sta avanzando rapidamente in tutto il governatorato, mettendo a serio rischio la vita dei Cristiani che abitano i 35 villaggi della zona. I terroristi avrebbero scelto di attaccare la regione del Khabour perché sconfitti sull’altro fronte caldo, quello di Kobane, dai combattenti del PYD (Democratic Union Kurdish Party). La battaglia è iniziata verso le 4 del mattino di lunedì 23 febbraio. In breve tempo i miliziani sono riusciti a penetrare nei primi due villaggi, facendo prigioniere decine di persone: “Fortunatamente circa 600 famiglie sono riuscite a fuggire verso Qamishly – dice l’Archimandrita Youkhana – ma siamo preoccupati per la sorte di coloro che sono tenuti in ostaggio. Conosciamo bene i metodi barbari dell’Is: ciò che più conta per noi, adesso, è che queste persone siano liberate il prima possibile”. La regione del Khabour conta 35 villaggi cristiani. Essi sono abitati dagli Assiri che nell’agosto 1933 fuggirono dal massacro di Simele, commesso dalle forze armate dell’allora Regno d’Iraq e che provocò la morte di circa tremila persone. La speranza di queste famiglie è quella di tornare un giorno nella loro Patria, in Iraq. Per questo gli abitanti del Khabour continuano a definire le loro abitazioni come “campi” e non come “villaggi” o “città”.
  
“Aiuto alla Chiesa che soffre” è da sempre in prima linea per garantire i diritti civili e religiosi dei cristiani perseguitati in Siria. È di pochi giorni fa, il 16 febbraio, lo stanziamento di 2,3 milioni di euro per decine di progetti nelle città di Aleppo, Homs, Damasco e villaggi cristiani come quelli della regione del Khabour. I fondi saranno spesi per garantire cibo, medicine, cure di prima necessità, abitazioni temporanee ed elettricità agli sfollati.

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Il testo originale e completo si trova su:

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/isis-bruciata-chiesa-in-siria-90-ostaggi-cristiani-caldei.aspx

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