SIRIA – ( 28 Febbraio )


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“Arrivare ad una cessazione del conflitto in alcune zone – come ad esempio ad Homs – per poter permettere alle istituzioni umanitarie di portare soccorso”. E’ quanto auspicato dal nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari, in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana, in cui fa il punto sull’emergenza umanitaria che sta vivendo il popolo siriano. “In questo momento, in particolare a Homs, c’è una grave crisi umanitaria: scarseggiano i viveri di prima necessità, le medicine, è difficile soccorrere e curare i feriti, seppellire i morti. Si parla ormai di migliaia di sfollati. Manca spesso anche la luce e altre cose necessarie, però – afferma il nunzio – direi che in questo clima così doloroso, fa bene anche vedere la solidarietà internazionale, alle volte con grosse difficoltà, con iniziative non riuscite. La comunità internazionale cerca di darsi da fare, in particolare vorrei menzionare le istituzioni umanitarie, le più importanti la Croce Rossa, la Mezzaluna, ma poi un’infinità di altre istituzioni assistenziali, caritative che si danno da fare

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Mons. Zenari si dice, inoltre, “impressionato” nel “vedere i bambini vittime di questo conflitto. L’Unicef parla ormai di 500 bambini morti”. Circa il referendum tenutosi domenica scorsa sulla nuova Costituzione, il rappresentante della Santa Sede osserva che “il testo della nuova Costituzione è stato consegnato al presidente della Repubblica nei primi giorni di febbraio dal comitato incaricato di redigerlo. Dopo tre settimane la gente è stata chiamata ad esprimere il proprio parere con il voto; quindi il tempo non era – direi – sufficiente per poter discutere e prendere in esame questa nuova costituzione”. Per quanto riguarda la situazione dei cristiani, per il Nunzio, “si è conservato quello che già c’era nella precedente costituzione: le varie e differenti comunità religiose, si regolano in base al codice di statuto personale” sebbene permangano dei punti “da chiarire” come quello in cui si dice che “la legge islamica costituisce una referenza principale per la legislazione. Bisogna vedere poi se anche in pratica questo porta a una qualche restrizione in più rispetto alla costituzione precedente”.

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