SOMALIA – ( 15 Aprile )

Attentati in Somalia: gli Al Shabaab vogliono fermare l’appoggio al governo della comunità internazionale



Torna il terrore in Somalia. Sono almeno 34 le vittime degli attentati che hanno insanguinato ieri la capitale Mogadiscio. Le azioni terroristiche, che hanno preso di mira il tribunale, un edificio della sicurezza e un convoglio umanitario turco, sono state rivendicate dal gruppo fondamentalista degli Al Shabab. Gli episodi accadono pochi giorni dopo il riconoscimento del governo somalo da parte del Fondo Monetario Internazionale, per l’avvio di finanziamenti destinati a risollevare il Paese distrutto da oltre 20 anni di guerre civili. E’ emblematico – ha detto il vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, che siano stati colpiti obiettivi simbolo. Su quanto accaduto, Giancarlo La Vella ha intervistato Enrico Casale, esperto di Africa della rivista dei Gesuiti “Popoli”: RealAudioMP3

R. – Considero questo attentato una risposta all’eccessivo ottimismo, che circonda da qualche mese la Somalia. Le milizie al-Shabaab erano state date per sconfitte dopo la loro cacciata da Mogadiscio e la conquista da parte delle forze kenyane di Kisimayo. In realtà, questi al-Shabaab che sono milizie fondamentaliste legate ad Al Qaeda, non sono state sconfitte, ma si sono ritirate nelle zone rurali, dalle quali continuano ad organizzare attentati contro il governo di Mogadiscio.

D. – Quali sono gli interessi che gli al-Shabaab hanno in questo momento in Somalia?

R. – L’interesse principale è il contrastare l’influenza delle potenze occidentali – penso soprattutto a Inghilterra, Stati Uniti e Francia – nel Corno d’Africa. Questo viene portato avanti attraverso, non tanto una guerra campale, perché in uno scontro aperto verrebbero di sicuro annientati, ma attraverso questi sanguinosissimi attentati, che minano alla stabilità delle nuove istituzioni somale. Ci sono voci, poi, che parlano di interessi nel settore petrolifero. Probabilmente ci sono al largo delle coste somale grandi giacimenti collegati a quelli della penisola araba. Quindi potrebbe esserci un interesse economico abbastanza grande. A questo si aggiunge il fatto che la Somalia, comunque, controlla una delle rotte commerciali più importanti del mondo, quella che conduce dall’Europa, attraverso il canale di Suez, all’Asia.

D. – E’ importante, a questo punto, che la comunità internazionale continui a dare credito al governo di Mogadiscio?

R. – Credo che sia l’unica soluzione, altrimenti si ripiomberebbe nel caos che ha dominato la Somalia negli ultimi 20 anni. Queste istituzioni, anche se non possiamo definirle democratiche nel senso occidentale del termine, sono comunque istituzioni stabili, riconosciute da gran parte dei clan somali e quindi potrebbero garantire un futuro. La comunità internazionale non ha alternative che sostenerle economicamente e sostenerle militarmente, attraverso l’appoggio della missione dell’Unione Africana, dell’Etiopia e del Kenya.

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del sito Radio Vaticana
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