SUD SUDAN – ( 4 Febbraio )

Sud Sudan. Raffaelli (Amref): tragedia enorme, sono 740 mila gli sfollati



Un forte appello al governo e all’opposizione del Sud Sudan a rispettare l’accordo di cessate-il-fuoco, siglato il 23 gennaio scorso: è quanto chiesto dal responsabile delle operazioni dell’Onu, Herve Ladsous, di fronte all’aggravarsi della situazione umanitaria nel Paese africano. La popolazione civile appare sempre più in difficoltà dopo quasi due mesi di scontri armati tra le fazioni guidate dal presidente, Salva Kiir, e dall’ex vicepresidente, Riek Machar. Quest’ultimo ha appena annunciato la creazione di un movimento di resistenza per il ripristino della democrazia e la stabilità nel Paese. Sulla situazione in Sud Sudan, Lucas Duran ha chiesto un commento a Mario Raffaelli, presidente di Amref Italia, l’ong che promuove numerosi progetti umanitari in Africa:RealAudioMP3

R. – La situazione ad oggi, purtroppo, è ancora molto difficile. Il 7 febbraio prossimo, ci dovrebbe essere un secondo incontro. Purtroppo, anche in questi pochi giorni le difficoltà e le tragedie sono state enormi. Si parla ormai di 740 mila persone che sono state sfollate all’interno del Sud Sudan e che sono accolte in numerosi centri – spesso in prossimità delle sedi delle Nazioni Unite – ma in condizioni assolutamente difficili, perché il Sud Sudan è di per sé un Paese povero, nonostante la ricchezza di petrolio, senza infrastrutture e importa quasi tutto dall’Uganda e dal Kenya. Anche dal punto di vista sanitario, ci sono delle carenze enormi sia in termini di personale che in termini di strumenti e di medicinali. Si parla ad oggi di migliaia di morti. Le informazioni che provengono da nostre fonti riferiscono di circa cinquemila feriti da arma da fuoco, che sono ricoverati negli ospedali. L’intervento che Amref sta facendo – in coordinamento ovviamente con le altre organizzazioni che operano – è centrato particolarmente su questo sostegno agli ospedali per far fronte a questa situazione di emergenza, che è fortissima. Amref, per di più, ha un suo settore rappresentato dai “Flying Doctors”, i medici volanti, che portano aiuto in circa 150 ospedali nell’Africa dell’Est 4-5 volte l’anno. In questo momento, sono, anch’essi, impegnati a portare sia personale medico che medicinali in queste aree.

 

Testo proveniente dalla pagina

 

del sito Radio Vaticana
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