SUDAN – (11 Aprile 2019)

Proteste a Khartoum
Proteste a Khartoum   (ANSA)

Golpe in Sudan.Arrestato il presidente Bashir

Il Sudan nel caos. Stamani nella capitale Khartoum in concomitanza con una manifestazione contro il capo dello Stato, Omar Bashir, al potere da 30 anni, reparti dell’esercito hanno occupato i posti chiave del potere. Arrestati lo stesso capo dello Stato e i membri del governo.

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

I vertici militari hanno praticamente fatto piazza pulita della attuale leadership. Si è instaurato alla guida del Paese un Consiglio militare di transizione, guidato dal vice presidente e ministro della difesa Awad Mohamed Ahmed, che rimarrà al potere per un anno dall’arresto del presidente Omar al Bashir. Il nuovo uomo forte del Sudan era stato nominato dallo stesso Bashir come suo vice nel febbraio scorso. Comunque la situazione è in via di definizione e altre novità potrebbero esserci nelle prossime ore. Soprattutto ci si chiede se dietro il colpo di Stato, ci sia l’opposizione interna al partito del capo dello Stato o l’opposizione civile anti-islamica.

I sudanesi chiedono “nuova era, nuova Nazione”

L’apparato di sicurezza e i servizi segreti nazionali hanno annunciato, intanto, la liberazione di tutti i detenuti politici. Le strade della capitale in queste ore sono presidiate dai militari. Ci sono le prime reazioni internazionali a quanto sta avvenendo in Sudan. L’Unione Europea lancia un appello ad astenersi dalle violenze, dall’Italia si auspica una svolta democratica, mentre in Russia si parla di golpe anticostituzionale. Ma, intanto, i sudanesi festeggiano nelle strade di Khartoum, con canti patriottici e slogan quali “nuova era, nuova Nazione”.

Bashir e la giustizia internazionale

Un altro degli interrogativi che questo colpo di Stato porta con sé è la sorte del presidente al Bashir, già colpito con il suo entourage da diversi mandati di cattura internazionali per crimini contro l’umanità. Secondo Bruna Sironi, corrispondente da Nairobi per la rivista dei Comboniani “Nigrizia”, tutto dipenderà dal tipo di governo che si instaurerà alla guida del Sudan. Di certo si sa che diversi paesi arabi sono disposti ad accogliere e a dare asilo politico al presidente esautorato dall’esercito dopo un potere trentennale. Tutti questi nodi verranno sciolti nel prossimo futuro dal governo militare ad interim che, tuttavia, incontra l’opposizione di gran parte della società civile, schierata per un Sudan pluralista e democratico.

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