TERRA SANTA – ( 2 Settembre )

TERRA SANTA: SHOMALI (GERUSALEMME), “SENZA UN ACCORDO TEMO UNA TERZA INTIFADA”

“Il mio cuore mi dice che i colloqui di pace porteranno a una giusta soluzione. La mia mente però mi spinge a pensare al fallimento delle passate occasioni”. È quanto dichiara monsignor William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme e vicario patriarcale per la Palestina, a proposito dei negoziati israelo-palestinesi ripresi il 29 luglio scorso. Il vescovo palestinese preferisce non fare previsioni sul risultato dei negoziati. “Non voglio vestire i panni del profeta – dice ad Aiuto alla Chiesa che Soffre – ma solo continuare a pregare”. Il suo timore, se non si riuscisse a trovare un accordo, consiste nell’eventualità di una terza intifada: “Le due passate hanno avuto conseguenze disastrose. Stavolta, qualunque sia l’esito dei colloqui, il dibattito deve rimanere in ambito politico”. Per monsignor Shomali la minoranza cristiana può giocare un ruolo determinante nel raggiungimento della pace. Alcuni contribuiscono ai colloqui direttamente, altri ricoprono una funzione mediatrice sia in Israele che in Palestina. Un’importante questione sul tavolo delle trattative è quella relativa a Gerusalemme Est. Per il suo vescovo ausiliare, la “città santa appartiene a due popoli e tre religioni, ognuno con pari diritti e dignità. Certo, serviranno dei negoziatori con una buona dose di creatività per trovare nuove soluzioni e far sì che Gerusalemme ed i suoi luoghi sacri continuino ad essere aperti a tutti”.
 
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