TURCHIA – ( 1 Luglio 2016 )

L’attentato “scivola via” nella Turchia in pieno boom

di Stefano Socci

01-07-2016
 
 
Dopo l'attentato all'Ataturk

Un professionista italiano a pochi passi dall’attentato di Istanbul racconta alla Nuova BQ il clima che si respira nella capitale Turca sotto attacco del terrorismo islamista. 

Caro direttore 

mi chiedi di descrivere com’è la situazione a Istanbul in questi giorni. Ti descrivo brevemente le note che ho preso mentalmente durante il mio ultimo viaggio in Turchia.

Sono arrivato ad Ankara lunedì pomeriggio per un incontro di lavoro, con un collega dobbiamo visitare l’azienda del nostro partner nella joint venture che abbiamo in quel paese, alla sera non possiamo cenare insieme perché il nostro partner, imprenditore affermato nella città dove ha sede, ha un invito per andare al ricevimento che il sindaco ha organizzato con tutti gli imprenditori per festeggiare il Ramadan, che finirà lunedì prossimo. Al ricevimento, mi dirà il giorno dopo, hanno partecipato quasi 1000 imprenditori; io non mai ricevuto un invito da un sindaco italiano per festeggiare una ricorrenza religiosa, in genere da noi se ti contattano è solo per chiedere soldi.

L’atmosfera nel business in Turchia è molto positiva, l’economia cresce trainata dalla demografia, popolazione che cresce, molto giovane, e da una diffusa laboriosità (la crescita italiana, il famoso boom economico, non ha avuto all’origine le stesse caratteristiche?).

Il mondo imprenditoriale lunedì è anche molto contento delle dichiarazioni del presidente Erdogan: avere trovato un accordo sia con la Russia che con Israele è visto con molto favore. In generale il mondo del business non vede mai con favore guerre e tensioni politiche. Gestire un’azienda infatti richiede progetti ed investimenti finanziari che danno risultati spesso dopo anni, se all’improvviso cambiano le carte in tavola è sempre un danno. Stranamente noto anche un cambio di percezione verso i rifugiati siriani, l’anno scorso erano molto preoccupati per i costi da sostenere, quest’anno da più parti sento dire che sono contenti di avere manodopera a basso costo…

L’unico neo della giornata è che mi informano che tiferanno tutti per la Spagna nella partita con l’Italia, ce l’hanno con noi perché avendo noi perso con l’Irlanda automaticamente la Turchia è stata eliminata….

Martedì sera arriviamo intorno alle 20 all’aeroporto Ataturk di Istanbul (arrivi domestici, altra area dell’aeroporto rispetto a quello dell’attacco), usciamo e la frenesia è quella di sempre, ci vuole quasi un’ora per arrivare al ristorante, che è stracolmo: è periodo di Ramadan. Mi dicono le persone che mi ospitano che circa il 20-30% delle persone nella loro fabbrica segue il Ramadan e quest’anno è particolarmente duro, la notte è molto corta, si può mangiare dalle 20,15 alle 3,00. Tutti quelli con cui parlo mi dicono che si alzano alle 3 di mattina per mangiare e bere e poi digiunano per 18 ore….in generale le persone sulla cinquantina non seguono il Ramadan, mentre tra i giovani c’è molta più partecipazione (ma la religione non è cosa del passato? I nostri intellettuali quando parlano sanno cosa succede nel mondo?

Torniamo all’albergo per le 22,30 senza sapere nulla di quello che succede (ed il nostro albergo è attaccato all’aeroporto) non abbiamo la percezione di niente. In albergo noto un’aria strana, ma non mi dicono nulla fino a quando non domando come fare per andare in aeroporto l’indomani, allora mi avvisano che “probabilmente” l’indomani ci saranno dei problemi causa “due piccole” esplosioni avvenute in aeroporto.

Accendiamo la tv e cominciamo a capire. Mi chiama il nostro partner per accertarsi di come stiamo è poi si scusa ripetutamente “a nome del suo paese” per la situazione nella quale siamo. L’indomani fuori dall’albergo l’atmosfera è normale, traffico caotico. Le persone dell’albergo mantengono una faccia molto preoccupata, sanno che fatti come questi incidono molto sui traffici e intravvedono un periodo difficile davanti a loro.

Uno dei venditori della nostra filiale viene a prenderci in hotel e ci porta al confine con la Bulgaria, dove troveremo un’altra macchina per arrivare a Sofia e prendere l’aereo, è comunque molto ottimista, dice che c’è tanto business in Istanbul, dispiace per le vittime ma la vitalità di Istanbul assorbe anche fatti orribili come questo rapidamente.

Il giorno dopo l’attentato è stato assorbito dalla città, l’aeroporto che doveva stare chiuso tutto il giorno ha ripreso a funzionare in modo limitato intorno alle 10, restano i morti ed i feriti, ma sembra che tutto sommato fossero loro ad essersi sbagliati, erano li ma avrebbero fatto meglio ad essere altrove.

Nella gente non c’è una grande voglia di analizzare, ci stiamo abituando e forse questa è la vera sconfitta del terrorismo, noi tutti nel business sappiamo che per guadagnarsi da vivere oggi dobbiamo mettere in conto che si può morire con qualche modesta similitudine con i migranti che scappano dal loro paese.

Arriviamo al confine con la Bulgaria, è uno dei valichi più importanti, non c’è nessuno, passeranno 20-30 macchine all’ora. Si debbono passare 6 barriere e ci mettiamo, noi con passaporto comunitario, un’ora, compresa disinfettazione obbligatoria dell’auto. Da qui non entra nessuno che non sia in regola.

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lattentato-scivola-via-nella-turchia-in-pieno-boom-16651.htm

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