Iraq. Card. Sako: emigrati un milione di cristiani iracheni
Per questa ricorrenza, il Patriarca traccia un breve bilancio delle vicende che hanno segnato gli anni del suo ministero patriarcale, delineando problemi, difficoltà, iniziative e speranze che hanno segnato il cammino della Chiesa caldea.
Una sfida la cura pastorale dei cristiani fuggiti da Mosul e Piana Ninive
Tra le emergenze, il Primate della Chiesa caldea ricorda la fuga delle popolazioni cristiane da Mosul e dalla Piana di Ninive conquistate dai jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) e le difficoltà incontrate nell’ assicurare la cura pastorale e materiale per decine di migliaia di rifugiati per più di tre anni. Il Patriarca fa riferimento anche alle campagne settarie con incitazioni all’ odio, alla violenza e al sequestro delle case di cristiani registratesi a Baghdad e in altre città irachene, oltre che alle relazioni problematiche avute con “alcuni politici cristiani che servono i propri interessi personali senza tenere in conto la volontà generale della componente cristiana”.
Non mancano segnali positivi
Tra i segnali positivi il Patriarca Sako ha elencato la risistemazione delle finanze patriarcali, il rinnovamento della liturgia, l’ istituzione della Lega caldea e la creazione di un comitato di dialogo interreligioso con sunniti, sciiti, yazidi e mandei per contrastare insieme l’ estremismo settario. Le critiche al Patriarcato – ha voluto sottolineare il Patriarca, creato cardinale da Papa Francesco – provengono principalmente da persone che “non possono tollerare di vedere il ‘risveglio’ della Chiesa caldea e il suo brillante ruolo a livello sia locale che globale, malgrado di tutte le sfide che sono state affrontate negli ultimi sei anni”. (Agenzia Fides)
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