Nuova Zelanda: attaccate due moschee. Decine di morti
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Almeno 40 morti e 50 feriti, secondo i media locali. Questi i tragici numeri di quello che il primo ministro neozelandese, signora Ardern ha definito “il giorno più nero della storia del Paese”. La Polizia ha rinvenuto esplosivi attaccati alle auto e chiede di non condividere il video dell’attacco, postato su Facebook. L’azienda è a lavoro per rimuoverne ogni versione. A riprendere tutto uno degli attentatori, che si definisce in un manifesto, pubblicato sempre sul profilo social, un suprematista bianco che ha deciso di colpire la Nuova Zelanda per dimostrare come anche nelle parti più remote del mondo vi siano immigrazioni di massa. Il duplice attentato, avvenuto alle 13 locali, le 3 di notte in Italia, ha visto agire un unico commando formato da 4 persone, armate con fucili mitragliatori. L’attentatore che ha ripreso l’attacco, è entrato per primo nella moschea, ha ucciso delle persone, è poi uscito per prendere nuove munizioni nella sua auto ed ha continuato a sparare sui fedeli. Poi l’attacco alla seconda moschea. Il premier australiano, Morrison, ha detto che uno dei killer è un australiano di estrema destra. Sui caricatori dell’uomo i nomi di altri terroristi e attentatori, tra cui anche quello dell’italiano Luca Traini.
La preghiera e la solidarietà alla comunità musulmana dei vescovi cattolici
Subito dopo i due terribili attentati, i vescovi cattolici della Nuova Zelanda hanno inviato un messaggio indirizzata ai “cari membri della comunità musulmana” neozelandese di Christchurch, per esprimere la loro solidarietà di fronte a tali violenze ed assicurare la loro preghiera. “Siamo profondamente consapevoli dei buoni rapporti che abbiamo con gli islamici in questa terra – scrivono i vescovi – e siamo particolarmente sconvolti dal fatto che ciò sia avvenuto in un luogo e in un momento di preghiera. Siamo profondamente rattristati per le persone uccise e ferite, e il nostro cuore va a loro, alle loro famiglie e alla comunità in generale. Pace, Salaam”.
Il testo originale e completo si trova su: