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SIRIA – (16 Luglio 2020)

Medio Oriente: Caritas Internationalis, “stop alle sanzioni alla Siria”. Preoccupazione per il Libano

“Sospensione immediata delle sanzioni e dell’embargo sulla Siria perché opprimono i più poveri e provocano l’uccisione passiva di civili innocenti; sono misure ingiuste che colpiscono i più vulnerabili, soprattutto in questo tempo di pandemia Covid-19 in cui la salute della popolazione deve essere tenuta nella massima considerazione”. A chiederlo oggi è Caritas Internationalis per bocca del suo segretario generale, Aloysius John, nel corso della conferenza stampa “Caritas voice of the voiceless, looking at the future in the post-Covid-19 world” (Caritas la voce dei senza voce, guardano al futuro del mondo post Covid-19). Per la Caritas queste “sanzioni stanno creando terreno fertile per il terrorismo. Le persone fuggono diventando migranti illegali respinti dai Paesi vicini e dall’Europa. La lotta contro la fame, la povertà e l’ingiustizia – ribadisce la Caritas Internationalis – è l’obiettivo principale da perseguire perché assicura il benessere e la dignità umana dei più vulnerabili”. “Le sanzioni unilaterali prive di qualsiasi dialogo e negoziato non servono allo scopo, al contrario, sono controproducenti – ha detto John –. Come strumento politico si sono rivelate inutili ma distruttive delle vite dei poveri civili. I prezzi sono saliti alle stelle, la gente non ha i mezzi per comprare cibo, la malnutrizione si sta diffondendo e si registra una crescente rabbia contro la comunità internazionale. La situazione peggiore – ha denunciato il segretario generale – è quella di bambini, donne e anziani, già profondamente colpiti da guerre, tensioni, fondamentalismo e ora dal Covid-19. Sono loro a pagare il prezzo più alto”. “Anche i Paesi vicini sono colpiti dalle sanzioni contro la Siria”, ha ricordato John, in particolare il Libano che con la Siria ha stretti legami economici. “Oggi in Libano, il 75% della popolazione ha bisogno di assistenza”. A preoccupare la Caritas Internationalis è il fatto che “il Libano è sempre stato un centro essenziale per l’invio di aiuti umanitari a Paesi come la Siria e l’Iraq. Se la situazione non migliora, le conseguenze per l’intera regione saranno catastrofiche”.

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