SIRIA – (9 Luglio 2017)

Iraq. «Mosul è libera», ma il Daesh controlla il confine siriano


Luca Geronico domenica 9 luglio 2017
 
Esulta l’esercito nella città vecchia dove sono rimaste solo delle «sacche di resistenza». A ore l’annuncio ufficiale di vittoria. Donna kamikaze si fa saltare in aria con un bimbo di pochi anni
 
Agenti della polizia irachena esultano nella città vecchia di Mosul (Reuters)

Agenti della polizia irachena esultano nella città vecchia di Mosul (Reuters)

Spari per aria e urla di gioia, mentre la colonna di blindati svolta lenta davanti alle telecamere della tv irachena. «Mosul è libera». Manca solo l’annuncio ufficiale del premier Abadi: qualche giorno, forse solo questione di ore. «Le nostre forze hanno preso il controllo della Città vecchia nell’ovest di Mosul, e hanno fatto fallire un tentativo di miliziani di Daesh di fuggire nella parte est attraversando il Tigri», ha dichiarato il portavoce dell’offensiva, generale Yahya Rasul.

Respinta anche l’ultima controffensiva del Daesh

Anche le forze della polizia federale irachena, che partecipano all’offensiva a Mosul, hanno detto che tutta la parte occidentale della città è stata strappata allo Stato islamico: gli ultimi quartieri di Bab al Tub, Suq al Sagha e la Via Najafi sono stati riconquistati ieri mattina, ha riferito il generale Shaker Jawdat, capo della polizia federale. Diversi miliziani hanno cercato di attraversare il Tigri, ma secondo la polizia sono stati uccisi. I jihadisti resistono in un’enclave di 700 metri di lunghezza e 200 di larghezza che esercito e polizia hanno circondato.

«Combatteremo fino alla morte»

Amaq, l’agenzia del Daesh, ha affermato che i suoi uomini sono pronti a «combattere fino alla morte». Venerdì decine di jihadisti, ancora asserragliati nel cuore della città, avevano lanciato un assalto a sorpresa contro l’esercito, riuscendo a riguadagnare un poco di terreno in un imprevisto contrattacco. Subito rintuzzato, anche se ora rimangono ancora «sacche di resistenza».

Donna kamikaze si fa esplodere con il figlio

Nel pomeriggio una donna kamikaze, con in braccio un bambino di pochi anni, usato per mimetizzarsi meglio, passa tra alcuni soldati iracheni tentando di innescare l’ordigno celato sotto l’hijab. La bomba non esplode e quindi la donna supera indenne il posto di blocco, ma sempre con il bambino in mano, prosegue e si fa esplodere poco più oltre: muoiono con la kamikaze e il piccolo e due soldati. E’ la prima volta che una donna kamikaze usa un bambino per passare inosservata.

I profughi: per tornare serve una vera ricostruzione

Esultanza fra le truppe, ma un umore ben diverso fra i numerosi profughi in fuga dalla città. Circa un milione di persone, molti dei quali vivono in campi improvvisati fuori dalla città. «Se non c’è una ricostruzione e la gente non ritorna nelle sue case e riprende possesso delle sue proprietà, qual è il significato di liberazione?», domanda Mohammed Haji Ahmed, un anziano commerciante di capi di abbigliamento. La gente nei campi vive in tende che raggiungono la temperatura di 40 gradi centigradi e, afferma la Reuters, molti degli sfollati del campo Hassan Shan a est di Mosul vendono le loro razioni di cibo per comprare ghiaccio: un blocco lungo 30 centimetri costa circa mezzo dollaro. Nonostante Mosul sia ormai perduta, tuttavia il Daesh non appare sconfitto in Iraq, dove continua a controllare una larga fascia di territorio lungo quasi 400 chilometri di confine con la Siria e, a sud di Mosul, una vasta sacca a ovest di Kirkuk dove mercoledì scorso un centinaio di miliziani dello Stato islamico avevano occupato il villaggio di Imam, solo una quindicina di chilometri dalla base militare di Qayyara, da dove gli ufficiali iracheni e americani coordinano l’offensiva su Mosul.

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