Il SYL Hotel di Mogadiscio
Somalia, al Shabaab rivendica l’attentato di Mogadiscio
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
I militanti di al Shabaab, descritti come “pesantemente armati” dalla Polizia, hanno agito a piedi senza l’uso di autobombe, finora invece consueto negli attacchi a Mogadiscio. Fallito l’assalto al palazzo presidenziale, dove hanno perso la vita tre dei cinque attentatori, lo scontro si è spostato nei pressi di un hotel, dove le forze di sicurezza sono riuscite ad impedire l’irruzione e la possibile presa di ostaggi. Nella struttura erano presenti circa 80 ospiti. Qui sono rimaste uccise sei persone, di cui quattro civili, oltre agli altri due attentatori. Una dozzina i feriti. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo al Shabaab, la cellula somala di Al Qaida che vuole imporre la sharia come legge dello Stato nel Paese.
Un attacco inconsueto
“Le nostre coraggiose forze di sicurezza hanno posto fine all’attacco terroristico all’hotel SYL”, ha confermato la polizia somala, annunciando la morte dei cinque attentatori. Sono sei le vittime dell’attacco: due civili, due guardie dell’hotel e due uomini delle forze di sicurezza. L’attacco, come nota nella nostra intervista Enrico Casale, della rivista “Africa” dei Padri bianchi, è inconsueto perché condotto senza l’ausilio di un’autobomba e ciò può far pensare che ci sia stato “un aumento dei controlli” nelle strade della capitale somala. “Inoltre la pronta reazione delle forze di sicurezza – aggiunge Casale – è probabilmente un salto di qualità, frutto anche del rapporto con le forze militari di altri Paesi”.