SIRIA – ( 21 Gennaio )

Siria. Scontri a Damasco e Idlib. Mons. Zenari: è una tragedia quotidiana



Domenica di sangue in Siria; solo ieri una settantina le vittime. Gli scontri si concentrano soprattutto nei sobborghi di Damasco e a Idlib. Sentiamo Marina Calculli:RealAudioMP3

In Siria, dunque, si continua a vivere un clima di violenza come conferma al microfono di Debora Donnini, il nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari:RealAudioMP3
R. – La situazione, purtroppo, da quello che vediamo e sentiamo anche con le nostre orecchie, va di male in peggio. Qui, a Damasco, sono quotidiane le esplosioni che si sentono, i voli aerei dei cacciabombardieri che si levano in volo… In altre parti del Paese è la stessa cosa. Direi che purtroppo è diventata una tragedia quotidiana, le esplosioni, gli attacchi… Purtroppo, la soluzione di questo conflitto sembra farsi sempre più ingarbugliata, con ogni giorno che passa: è molto difficile vedere la fine del tunnel.

D. – Al dramma della violenza e dei morti, si aggiunge un inverno particolarmente rigido che sta pesando molto sulle persone…

R. – Questo inverno è incominciato in una maniera più rigida del solito: è caduta abbondante neve, una settimana fa. La gente non sa più come riscaldarsi e come scaldare il cibo. Ho sentito dire che in alcuni posti, ad esempio ad Aleppo, la gente ha anche incominciato a tagliare gli alberi, che è proibito perché in alcune zone della Siria si è al limite del deserto: tagliare una pianta, quindi, è una cosa gravissima. Però, questa povera gente non ha gas né gasolio, non sa come scaldarsi quel po’ di cibo né come scaldare l’acqua e quindi si arriva anche a questo. Guardando la situazione in generale – l’inverno e la penuria di cibo, di medicinali, di coperte e del riscaldamento di casa per tanta gente – io credo che siamo veramente in una situazione di emergenza, di una grave crisi umanitaria e che la comunità internazionale debba agire, prenderne atto e sollecitare le parti in conflitto ad una tregua umanitaria. La gente non può più sostenere questa rigida stagione invernale con scarsità enorme di cibo, di vestiario e di medicinali.

D. – In che modo la fede sta aiutando i cristiani ad affrontare questa grave situazione?

R. – I cristiani, qui in Siria, sono cittadini arabi, siriani a pieno titolo e anche loro soffrono le terribili conseguenze di questo sanguinoso e lungo conflitto. Anche loro hanno avuto vittime e feriti, anche loro sono stati sfollati e tanti di loro non hanno lavoro, come tutti, e soffrono la stessa situazione di povertà e di indigenza. Tra le vittime, vorrei ricordare una suora che nell’esplosione di alcuni giorni fa, avvenuta all’università di Aleppo, mentre stava tornando a casa – era già vicina al suo convento – purtroppo non è tornata a casa: si teme che, poveretta, abbia condiviso la sorte delle vittime di questa terribile esplosione.

 
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