Crisi umanitaria nello Yemen , i bambini nel cuore del Papa
Marina Tomarro e Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
“Invito a pregare per la popolazione dello Yemen, anche qui e specialmente per i bambini, che soffrono a causa della gravissima crisi umanitaria”. Il pensiero del Papa oggi, dopo la preghiera dell’Angelus, abbraccia nuovamente il mondo, dalla Siria al Libano, dall’Ucraina a uno dei luoghi simbolo delle sofferenze dimenticate, lo Yemen.
La situazione sanitaria è grave
Nel Paese, secondo l’ultimo rapporto dell’Unicef, il numero complessivo di bambini malnutriti al di sotto dei cinque anni potrebbe aumentare fino a un totale di 2,4 milioni – quasi la metà del totale – un aumento di circa il 20%. Inoltre altri 6.600 bambini sotto i cinque anni potrebbero morire per cause prevenibili entro la fine dell’anno, un aumento del 28%. Il sistema sanitario dopo anni di conflitto, è al collasso, mancano medicinali, attrezzature e personale e soprattutto ad aggravare la situazione è lo scarso accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari che sta favorendo, tra l’altro, la diffusione del Covid-19. Circa 9,58 milioni di bambini ne sono tagliati fuori.
Infatti, a causa della guerra iniziata nel marzo del 2015 sono andate distrutte molte infrastrutture idriche, rendendo le fonti di accesso insalubri, con la conseguente diffusione di malattie come febbre gialla e colera, che nel 2016 ha colpito oltre un milione di persone uccidendone 3500. Questa situazione con l’arrivo della pandemia è peggiorata, anche a causa della pesante crisi economica che ha colpito il Paese.
Un popolo che rischia di non avere futuro
“Il problema della fame – spiega Orazio Ragusa Sturniolo, portavoce di Azione contro la fame – è legato anche all’emergenze acqua che si rileva in Yemen così come in altri paesi del Medioriente. Il conflitto armato che ovviamente ha caratterizzato in questi anni il paese, ha determinato un impatto devastante sui civili. I team di Azione contro la fame che sono impegnati sul campo, costatano un elevata mortalità tra i bambini, in particolar modo sotto i cinque anni, oltre che il precario stato nutrizionale della popolazione intera. Il crollo dei servizi idrici e quello dei sistemi igienico-sanitari, ha indotto il Paese a dipendere proprio dai diritti umanitari. Oggi 4 milioni di persone infatti, fanno riferimento all’approvvigionamento idrico delle autocisterne ma non sempre è possibile portare loro l’acqua, perché nel paese c’è anche una grave crisi legata al carburante”.