Libia: Serraj annuncia le sue dimissioni. Ad ottobre lascio il governo
Gabriella Ceraso e Marina Tomarro – Città del Vaticano
In un Paese ancora martoriato da anni di guerra civile senza sbocchi contro le milizie del generale Haftar, che da Bengasi sperano di conquistare l’intero Paese, tra tribù locali e parti del sedicente Stato Islamico, e mentre il Covid prosegue la sua forte crescita con oltre 24mila casi di cui quasi 800 nelle ultime 24 ore, arriva l’annuncio che già nei giorni scorsi era stato ventilato. Lascia il suo incarico a metà percorso al Serraj ,59 anni, entrato come ingegnere prestato alla politica, a fare parte della Commissione per il dialogo nazionale dopo la caduta, nel 2011, del regime di Gheddafi e pian piano nel 2015 arrivato su proposta Onu a presiedere il Governo di accordo nazionale a Tripoli, per traghettare la Libia verso la pace. Una missione tutt’altro che semplice in cui è stato additato spesso dai detrattori come troppo lontano dalla politica e troppo fiducioso nell’Occidente, ma nella quale ha usato come strumento efficace finora la moderazione. Pacate anche le parole di ieri sera: lascio, ha detto in breve, nella speranza che alla fine del mese prossimo i dialoghi per la nascita di un governo unitario tra Tripolitania, Cirenaica e le zone del Fezzan siano concretizzati e che un nuovo esecutivo elegga un premier destinato a sostituirlo. Intanto la Germania e le Nazioni Unite hanno annunciato un vertice online, previsto per il 5 ottobre, sulla Libia. All’incontro parteciperanno il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, i ministri degli Esteri e rappresentanti delle parti in conflitto in Libia. Saranno presenti anche i membri di vari Paesi tra cui: la Germania, gli Stati Uniti, l’Italia, la Gran Bretagna, la Francia, la Cina, e la Turchia.
Unione Africana e Lega Araba. Una situazione di negoziati complessi
“Dopo l’annuncio di un cessate il fuoco e dell’inizio di negoziati- spiega Luciano Ardesi, africanista e docente di sociologia – lo scorso agosto sono iniziati dei colloqui tra le due parti e ci sono stati degli incontri in Marocco. Sappiamo che questi contatti non sono ancora arrivati ad un punto definitivo, che dovrebbe essere raggiunto per la fine di ottobre, quando ci sarà una conferenza a Ginevra per cercare di stabilire un nuovo governo e un nuovo consiglio presidenziale, quindi una sorta di nuovo governo. L’annuncio di Fayez al Serraj era in qualche modo prevedibile, poiché sicuramente, se ci sarà un nuovo governo di unità nazionale, al Serraj non potrà ovviamente presiederlo e dovrà cedere il testimone ad una personalità frutto di un accordo tra due parti”.