LIBIA – ( 3 Marzo 2016 )

Libia

Libia, la Farnesina: «Due italiani uccisi»
 
 

 

​Due italiani morti in Libia. La notizia arriva dalla Farnesina che in una nota spiega che potrebbe trattarsi di due dei quattro ostaggi rapiti a luglio. “Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha già informato i familiari. Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilità dei corpi”.

Un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata, riferisce che i due ostaggi italiani “sono stati usati come scudi umani” dai jihadisti del Daesh. Sarebbero stati uccisi durante un trasferimento, alla periferia di Sabrata. Il convoglio sul quale si trovavano, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, sarebbe stato attaccato dalle forze di sicurezza libiche e tutti i passeggeri sono morti. Le salme sarebbero state recuperate poi dai miliziani.

“All’inizio della riunione del Consiglio dei ministri siamo stati informati dalla Farnesina. Sono in corso le verifiche”. Così risponde il ministro Graziano Delrio a chi lo interpella, a margine del Cdm, sulla notizia
dell’uccisione di due italiani in Libia. “Alle 14.30 il sottosegretario Minniti riferirà al Copasir, in quella sede sarà data ogni informazione”, aggiunge.

Fino alle informazioni filtrate pochi giorni fa non si trovavano in mano a militanti Daesh i quattro operai della Bonatti rapiti in Libia. Prelevati sette mesi fa da un gruppo armato nei pressi del compound di Mellitah, non è escluso che siano passati di mano nel caos di milizie che imperversa in territorio libico. L’intelligence si è messa subito al lavoro muovendo le sue antenne in Libia per arrivare a stabilire un punto di contatto con i sequestratori. Ma nel corso di lunghi mesi di trattative e ricerca del canale giusto si sono seguite a volte false piste e buchi nell’acqua. Nei mesi scorsi è circolata, senza conferme, la voce che i rapitori avessero contattato le famiglie degli ostaggi chiedendo alcune condizioni per la loro liberazione.

Salvatore Failla, orginario di Carlentini, in provincia di Siracusa. Da 3 anni si trovava in Libia per lavoro. Rispondendo sul suo profilo Facebook ad un amico che gli chiedeva se non fosse impaurito a stare in Libia scriveva: “qualche scontro c’è stato, ma dopo 3 anni ci ho fatto il callo”. Sui motivi che lo spingevano a restare nel Paese africano l’uomo, padre di due ragazze di 22 e 12 anni scriveva: “il lavoro me lo faccio piacere per forza, la famiglia bisogna pure camparla e mi dà modo di togliermi qualche sfizio“.

Fausto Piano, 61 anni, originario di Capoterra in provincia di Cagliari. Sposato, lavora per la Bonatti di Parma da quasi 25 anni, dal 1991. Tornato recentemente in Libia era stato rapito insieme ai tre colleghi.

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Il testo originale e completo si trova su:

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/libia-due-italiani-uccisi.aspx

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