ASIA/IRAN – Ordine di chiusura per una chiesa protestante, continua il giro di vite sulle chiese
Teheran  (Agenzia Fides)  Una chiesa protestante della Assemblea di Dio nel quartiere  Janat-Abad, a Teheran, ha ricevuto lordine immediato di chiusura da funzionari  di intelligence della Guardia Rivoluzionaria Iraniana. Secondo fonti locali, al  Pastore che guidava la comunità è stato ordinato di cancellare tutte le attività  della chiesa. I fedeli cristiani che la frequentavano restano allimprovviso  senza luogo di culto, afferma in un nota inviata a Fides lOng Christian  Solidarity Worldwide (CSW). La Guardia Rivoluzionaria è nota per l’utilizzo di  metodi aggressivi e per gli interventi in situazioni considerate minacce alla  sicurezza nazionale o alla stabilità del paese. I suoi interventi sulle  questioni di libertà religiosa sono, dunque, piuttosto preoccupanti, nota CSW.  Fonti locali confermano che tutte le chiese cristiane di Teheran che celebrano  il culto in lingua farsi (la lingua nazionale) sono state minacciati di chiusura  e le autorità intendono eliminarle del tutto.
La chiusura della chiesa  dellAssemblea di Dio è l’ultima mossa in un giro di vite avviato a partire  dalla fine del 2011, quando ad Ahwaz una chiesa della stessa denominazione è  stata perquisita e tutti i presenti sono stati arrestati, compresi i bambini  della scuola domenicale. Nel 2012 i leader delle Chiese anglicane di San Pietro  e di San Paolo a Esfahan sono stati arrestati dalla polizia e uno di loro  rilasciato a maggio con una cauzione di circa 40.000 dollari. Un mese fa i  leader di unaltra chiesa dellAssemblea di Dio nel centro di Teheran hanno  denunciato controlli e ispezioni intrusive su tutti i membri della comunità. Più  di recente, i membri della Chiesa presbiteriana dellEmmanuele a Teheran sono  stati arrestati, e alla chiesa è stato ordinato di cessare tutte le attività  settimanali, ad eccezione dei servizi liturgici domenicali. Dallinizio del  2012, in Iran si registra un aumento di arresti, persecuzioni, processi e  incarcerazioni di convertiti al cristianesimo, in particolare a Teheran,  Kermanshah, Esfahan e Shiraz. Secondo CSW si tratta di una evidente escalation,  in cui si vuole rappresentare l’attività cristiana come un pericolo per lo  stato. (PA) (Agenzia Fides 9/6/2012)
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