Siria. L’Ue condanna i raid turchi contro i curdi. L’Italia blocca le armi ad Ankara
Militari turchi su carri armati M60 americani nei pressi di Tukhar, a nord di Manbij, oggi 14 ottobre (LaPresse)
«L’Ue condanna l’azione militare della Turchia che mina seriamente la stabilità e la sicurezza di tutta la regione». Queste le conclusioni del Consiglio esteri dell’Ue sull’offensiva militare di Ankara nel nord-est della Siria. Nel testo si sancisce anche «l’impegno degli Stati a posizioni nazionali forti rispetto alla politica di export delle armi» e si richiede un «incontro ministeriale della Coalizione internazionale contro Daesh». Intanto l’esercito siriano è sceso in campo con i curdi. Mentre Trump chiede all’Europa che «si riprenda» i foreign fighter. Ieri si è levato l’appello del Papa, all’Angelus, per la pace in Siria.
Sul campo si combatte: le ong parlano di 24 civili trucidati dall’inizio dell’attacco turco, tra cui l’attivista curda Hevrin Khalaf. Almeno due giornalisti uccisi, diversi quelli feriti.
Damasco invia l’esercito contro i turchi
Le truppe dell’esercito di Damasco si stanno avvicinando alla frontiera con la Turchia, nelle provincie di Hasaka e Raqqa, per «affrontare l’aggressione turca sul territorio siriano». Stamani soldati siriani sono entrati a Tel Tamer, che si trova su un’autostrada strategicamente importante, la M4, che corre da est a ovest, e 35 chilometri a sud-est di Ras al Ain, uno dei punti focali dell’assalto turco.
Residenti hanno il benvenuto, stamani, ai militari del regime siriano arrivati nella cittadina curda di Tel
Tamer, nella provincia di Hasaka (LaPresse)
La decisione di Damasco segue un accordo tra il regime di Bashar al-Assad e l’amministrazione curda, con la mediazione russa. «Per evitare e affrontare questa aggressione è stato raggiunto un accordo con il governo siriano. In questo modo l’esercito siriano può essere dispiegato lungo il confine siro-turco per aiutare le Forze democratiche siriane (Fds)», si legge sulla pagina Facebook dell’amministrazione curda. L’obiettivo, prosegue la nota, è quello di «liberare le città siriane occupate dall’esercito turco, come Afrin» nel nordovest. Il generale curdo Ismet Sheikh Hasan ha detto all’agenzia di stampa russa Rt che le truppe siriane e russe entreranno a Kobane e Manbij.
Di Maio: l’Italia blocca la vendita di armi alla Turchia
L’Italia, di concerto con gli altri Paesi europei, bloccherà la vendita di armi alla Turchia. L’ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a margine del Consiglio esteri dell’Ue. «Non possiamo accettare quel che sta facendo la Turchia. La Ue parla con una voce e tutti gli Stati condannano quello che sta facendo. Tutti si sono impegnati a bloccare l’export alla Turchia», ha detto Di Maio. «Nelle prossime ore anche l’Italia firmerà, con un decreto del ministro degli Esteri, il blocco dell’export degli armamenti ad Ankara», ha aggiunto il ministro. «Giovedì ci sarà il Consiglio europeo e in quella sede ci saranno tutte le discussioni eventuali». Nell’odierno Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione sono state decise sanzioni contro la Turchia ma per le trivellazioni illegali nella zona economica esclusiva di Cipro.
Su eventuali provvedimenti contro Ankara, il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha detto: «È un’ironia che si stia discutendo di sanzioni e misure come l’embargo di armi contro un Paese che è formalmente impegnato nel dialogo di adesione con l’Ue. Come austriaci pensiamo che questo negoziato per l’adesione, che abbiamo congelato in questi ultimi due o tre anni, grazie al nostro governo, sia ora cancellato».
Trump: l’Europa si riprenda i foreign fighter
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivolto un monito all’Europa, chiedendo di rimpatriare i jihadisti del Daesh attualmente in carcere in altri Paesi. «L’Europa avrebbe già dovuto riprenderseli, date le numerose richieste. Lo deve fare ora – ha scritto Trump su Twitter – Gli Stati Uniti hanno i peggiori prigionieri del Daesh». Il presidente americano ha quindi aggiunto che «la Turchia e i curdi non devono lasciarli scappare. Non dovranno venire negli Stati Uniti».
«Non andremo in un’altra guerra tra popoli che si combattono da 200 anni – ha detto Trump -. L’Europa ha avuto la possibilità di ottenere i suoi prigionieri del Daesh, ma non ha voluto sobbarcarseli. “Fate pagare gli Usa”, hanno detto. I curdi potrebbero rilasciarne alcuni per tirarci dentro. Facilmente ricatturati dalla Turchia o dalle nazioni europee da cui provengono, ma dovrebbero muoversi velocemente. Grandi sanzioni sulla Turchia in arrivo! La gente davvero pensa che dovremmo andare in guerra con la Turchia, membro Nato? Le guerre infinite finiranno!».
L’appello del Papa per la pace
Papa Francesco è tornato a levare un appello per la pace in Siria, domenica all’Angelus. «Il mio pensiero va ancora una volta al Medio Oriente», ha detto con tono accorato. In particolare, «all’amata e martoriata Siria da dove giungono nuovamente notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni del nord-est del Paese, costrette ad abbandonare le proprie case a causa delle azioni militari: tra queste popolazioni vi sono anche molte famiglie cristiane». «A tutti gli attori coinvolti e anche alla comunità internazionale; per favore, rinnovo l’appello ad impegnarsi con sincerità, con onestà e trasparenza sulla strada del dialogo per cercare soluzioni efficaci».
Uccisa l’attivista curda Hevrin Khalaf
Paladina dei diritti delle donne, uccisa perché considerata un simbolo di dialogo, potenzialmente pericoloso. Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito del futuro siriano (Future Syria Party), è tra i nove civili trucidati a sangue freddo sabato in un agguato delle milizie filo-turche nel nord-est della Siria. La sua uccisione ha destato clamore e proteste in tutto il mondo.
Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano, uccisa sabato sera (Ansa /Twitter)
L’attivista curda stava viaggiando su un veicolo insieme al suo autista nel tentativo di raggiungere la città di Qamishli quando è stata fermata sull’autostrada M4 dai miliziani arabo-siriani che combattono fianco a fianco dei turchi e tra i quali militano anche elementi jihadisti. Il commando di uomini li ha fatti scendere con la forza dall’auto e poi ha sparato loro a bruciapelo. Del massacro sono stati diffusi due video in rete filmati con i cellulari dagli stessi miliziani. Nel primo si vede l’attivista circondata da uomini che indossano quelle che sembrano essere divise militari. In un altro video, il corpo di una donna, presumibilmente di Hevrin, giace sul terreno con il viso e i capelli ricoperti di polvere. Funzionari americani ritengono che i due video siano autentici.
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